Il re del Marocco, in qualità di presidente del Comitato Al Qods, ha rivolto un messaggio al presidente Usa, Donald Trump, di cui Lapresse riporta ampi stralci e in cui Mohammed VI esprime la sua “profonda preoccupazione personale nonché la grande inquietudine degli Stati e dei popoli arabi e musulmani” a seguito delle informazioni sull’intenzione di Trump stesso di “riconoscere Al-Qods come capitale di Israele e di trasferirvi l’ambasciata degli Stati Uniti”. Al Qods è il nome arabo della città di Gerusalemme e il Comitato Al Qods è una struttura panaraba dell’Organizzazione della cooperazione islamica, che ha l’obiettivo di tutelare il carattere arabo-musulmano della città, che è sacra per musulmani, ebrei e cristiani. “Sono lieto di rivolgermi a lei in qualità di presidente del Comitato Al-Qods dell’Organizzazione della cooperazione islamica, che conta 57 Stati che rappresentano più di un miliardo di cittadini”, scrive Mohammed VI. Il re del Marocco avverte, poi, che l’eventuale mossa degli Usa potrebbe compromettere il processo di pace in Medioriente: “Dalla vostra investitura avete dato prova di una forte volontà e di una ferma determinazione a rilanciare il processo di pace fra le parti palestinese e israeliana e avete intrapreso passi promettenti in questo senso, con il sostegno continuo della comunità internazionale, compreso il regno del Marocco”, dichiara il re marocchino, aggiungendo però che “il passo attuale è suscettibile di avere un impatto negativo sulle prospettive di una soluzione giusta e globale al conflitto palestino-israeliano, dal momento che gli Stati Uniti sono uno dei principali sponsor del processo di pace e godono della fiducia di tutte le parti”.
“Il Vicino oriente vive al ritmo di crisi profonde, di tensioni continue e di pericoli, che hanno bisogno di evitare – scrive a Trump il sovrano del Marocco – tutto ciò che può esacerbare i sentimenti di frustrazione e delusione che sono base per l’estremismo e il terrorismo, tutto ciò che può minare la stabilità precaria nella regione e ridurre la speranza che vengano sviluppati colloqui fruttuosi per realizzare la visione della comunità internazionale di una soluzione a due Stati”. Re Mohamed VI ricorda nel suo messaggio l’importanza della città di Gerusalemme per le tre religioni, sottolineando che “per le sue specificità religiose uniche, la sua identità storica secolare e il suo grande simbolismo politico, la città di Al-Qods deve restare una terra di coabitazione e simbolo di coesstenza e tolleranza per tutti”. Conclude, infine, affermando che non dubita della “perspicacia della visione dell’amministrazione” Trump, né “del vostro impegno personale per la pace e la stabilità della regione”, né della “vostra ferma determinazione ad agevolare il rilancio del processo di pace ed evitare tutto ciò che può ostacolarlo o addirittura fermarlo”.