Quando Donald Trump fa le sue “sparate” che fanno saltare tutti in piedi, c’è sempre bisogno del traduttore. Questa volta è toccata al vicepresidente Mike Pence che, in visita in Europa, dopo che Trump aveva definito la Nato “obsoleta” e l’Unione europea “un consorzio”, ha invece ribadito “il forte impegno Usa verso la UE” e “l’appoggio incrollabile nella Nato”. Cosa significa in concreto questa differenza di toni? Per il generale Carlo Jean, “Pence è venuta ad assicurare gli europei di una situazione oggettiva, non ha fatto alcun proclama. Quello che ha detto all’Europa è: tenete conto che nell’opinione pubblica americana che influisce sull’amministrazione di Washington c’è la convinzione che voi europei dobbiate darvi da fare, se non lo fate per noi è difficile mantenere il livello di impegno anche se esso corrisponde agli interessi nazionali americani”. Per quanto riguarda la richiesta di aumentare del 2% il Pil da destinare alla difesa, poi, non è certo una novità: “gli americani, che spendono i 2/3 dei soldi destinati alla Nato, fanno questa richiesta sin dai tempi della Guerra fredda”.



Pence e Trump, posizioni contrastanti?

Non è così. L’ordine capitalistico liberale basato sull’egemonia degli Stati Uniti e sull’egemonia del dollaro non è in grado di reggersi con la potenza dei soli Usa. Essi hanno sempre più bisogno di alleati e quelli europei sono quelli che danno da sempre maggiore affidamento, nonostante taluni inconvenienti che provocano all’America come ad esempio quelli che vengono dalla politica economica tedesca.



Trump in sostanza chiede un maggior coinvolgimento europeo?

La difesa europea rappresenta un peso per gli Usa superiore a quello che dovrebbe essere. La percezione in America è che gli europei dovrebbero pensare maggiormente alla propria sicurezza e difesa.

Anche la richiesta che i paesi europei aumentino le proprie risorse economiche verso la Nato non è certo una novità di Trump, giusto?

E’ dai tempi della guerra fredda che gli americani si sono sempre lamentati che gli europei erano e sono consumatori piuttosto che produttori di sicurezza.

Ma la Nato oggi è obsoleta o no?

La Nato è quella che mantiene un equilibro tra la Russia e un’Europa totalmente frammentata, con interessi nazionali divergenti, anche per il retaggio storico e la posizione geografica.



Il muro di Berlino però è caduto decenni fa…

Ma i paesi dell’est europeo hanno una paura blu che la Russia diventi aggressiva nei loro confronti e chi può salvaguardarli? Sicuramente non l’Italia, la Francia e neanche la Germania, ma solo gli Stati Uniti, come dimostrano le ultime decisioni di Obama.

Proprio Obama è stato accusato di aver riportato i rapporti con la Russia al clima della Guerra fredda.

Ha aumentato di 4 miliardi di dollari il bilancio militare dedicato all’Europa, spostato truppe nei paesi baltici, creato sistemi anti-missile in Romania, modernizzato le basi navali, in modo di avere una presenza forte in caso di necessità nel Mar Nero.

 

Trump è amico di Mosca?

Tra Usa e Russia ci sono degli interessi convergenti. Già ai tempi di Bush Jr, quando si tenne il convegno di Pratica de Mare, ci fu un accordo Nato-Russia nei confronti del sud del mondo. In quel quadro la Russia si alleò con gli Usa per il contenimento della Cina, allo stesso modo Trump ha una idea simile. Lo vedremo presto, si dice già che al prossimo G7 si tornerà alla formula G8 con il rientro della Russia.

 

Quali saranno o potrebbero essere le scelte strategiche?

A suscitare apprensione non sono tanto i paesi islamici, che dal punto di vista della forza militare non sono un gran pericolo, quanto la Cina, che continua a crescere e che supererà nei prossimi anni come prodotto interno lordo gli Usa anche se non riuscirà mai a eguagliare la potenza economica americana.

 

Ma l’Unione europea sarà d’accordo con questo disgelo verso Mosca?

L’Unione europea non è uno stato quindi non ha una politica internazionale: non ha un interesse comune e ognuno vede l’interesse europeo come il proprio interesse nazionale. La Ue ha un Pil e una popolazione superiori a quelli degli Usa, ma è divisa. Sarebbe  in condizioni di provvedere alla propria difesa, ma come può fare senza un sistema di sicurezza comunitario e valido? Un esercito ha bisogno di uno stato.

 

Dunque l’Europa dipenderà sempre da Washington?

L’elemento essenziale di qualsiasi equilibrio di forza sono le armi nucleari. L’Europa della difesa presuppone una unità politica ma anche le armi nucleari, ma quelle francesi ad esempio sono armi nazionali, non europee e l’accordo fatto nel 1957 dopo la sconfitta di Suez di fare un’arma nucleare europea fallì perché gli americani non vogliono essere coinvolti da decisioni senza il loro controllo. Ecco perché senza Usa non c’è difesa europea.