Una bufera piomba sull’Unione Europea (ancora) e sul suo presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. In una intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung il presidente olandese ha cercato di spiegare le recenti crisi economiche dei vari Paesi dell’Ue che spingono per una reazione e rivoluzione all’interno dell’Europa che così non può andare avanti. Ecco, Dijsselbloem pone la sua “versione” sul motivo della crisi nell’Unione Europea, o almeno in una sua parte consistente: «Durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico do molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuti». Apriti cielo. Dire che le dichiarazioni di Dijsselbloem siano state recepite in maniera negativa è probabilmente un enorme eufemismo: membro del Pse, è proprio l’area progressista Ue che prende le distanze da queste parole ritenute altamente offensive (oltre che altamente poco “tecniche” per un politico di alto rango). I socialisti si chiedono se sia ancora adatto per quel ruolo e ricordano come spesso anche l’Olanda non ha rispettato alcuni patti e vincoli Ue, “anche se non sono del Sud”. Il presidente del gruppo Pse in Parlamento, Gianni Pittella, è durissimo: «non è la prima volta che Dijsselbloem esprime opinioni economiche e politiche che contraddicono la linea della famiglia progressista europea. Ora con queste parole scioccanti e vergognose alla Faz, è andato molto oltre usando argomentazioni discriminatorie contro i Paesi dell’Europa del Sud», commenta Pittella. «Mi chiedo davvero se una persona con queste convinzioni possa ancora essere considerato adatto a fare il presidente dell’Eurogruppo», chiosa stamani Pittella, mentre altri gruppi in Parlamento chiedono l’immediate dimissioni. 



L’eco delle parole di Dijsselbloem sulle “donne e l’alcol” come principale spiegazione degli sprechi dei soldi al Sud Europa è arrivato prima in Spagna con i media e la politica che si sono subito ribellate a tali parole e poi ovviamente anche in Italia. Il presidente dell’Eurogruppo è riuscito in un solo colpo a metter d’accordo, forse per la prima volta, il Movimento 5 Stelle e Matteo Renzi. I grillini in Ue chiedono immediate dimissioni del politico olandese, Renzi fa di più (anche perché membro del Pse) e scrive una durissima reprimenda. «Penso che gente come Jeroen Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se n’è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa». Secondo Renzi il presidente Dijsselbloem deve dimettersi quanto prima, «meglio per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee», conclude l’ex premier italiano candidato alla Segreteria del Partito Democratico.

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