Due ragazze non sono state fatte imbarcare su un volo United Airlines perché indossavano i leggings ed è subito divampata la polemica: la compagnia aerea, che aveva giudicato «non appropriato» l’abbigliamento in questione, è stata travolta dalle critiche. La decisione è stata definitiva «sessista» e «inopportuna». United Airlines ha, però, specificato che le due ragazze viaggiavano con il pass per i dipendenti: ciò richiede il rispetto di un codice di abbigliamento. La spiegazione, però, non ha placato la bufera e la rete continua ad attaccare questa decisione. Le due ragazze dovevano partire da Denver per recarsi a Minneapolis, ma al gate un dipendente United ha vietato loro l’ingresso sul volo. «Non faccio le regole, le eseguo», si è giustificato l’assistente di volo. L’attivista Shannon Watts, presente in aeroporto, ha sentito la discussione al gate e si è avvicinata, scoprendo che la regola aveva colpito anche una bambina di 10 anni, costretta a cambiarsi perché indossava i leggings. Ha deciso così di pubblicare su Twitter la notizia che è subito diventata virale. Ma ha fatto anche notare che il padre aveva gli shorts sopra al ginocchio: per lui, però, nessun problema.
To our customers…your leggings are welcome! Learn more about our company’s pass travel privilege: https://t.co/5e3euG1H9G.
— United (@united) 27 marzo 2017
La compagnia è stata attaccata duramente anche dall’attrice Patricia Arquette, ma per la United Airlines si tratta di un codice da rispettare perché i passeggeri che usano il pass “rappresentano” la società. Il codice, adottato da tutte le compagnie aeree, prevede il divieto di indossare jeans strappati, magliette corte o qualsiasi abbigliamento che mostra la biancheria intima. Le ragazze, stando al portavoce della compagnia Jonathan Guerin, avrebbero “adattato” l’abbigliamento per riuscire a imbarcarsi sul volo successivo.