Non potevano passare inosservate le accuse di Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti d’America che oggi su Twitter ha accusato il suo predecessore, Barack Obama, di averlo intercettato prima delle Elezioni Usa 2016. A prendere le difese del penultimo inquilino della Casa Bianca è stato per prima Ben Rhodes, già vice consigliere per la sicurezza nazionale, che su Twitter si è rivolto direttamente al tycoon:”Solo un bugiardo può montare un caso su questo. Nessun presidente può ordinare un’intercettazione. Queste restrizioni sono state messe in atto per proteggere i cittadini da gente come te”. Più tardi, come riportato da Quotidiano.net, è arrivata la precisazione del portavoce di Obama in persona, Kevin Lewis:”È semplicemente falso. Una regola fondamentale dell’amministrazione Obama è stata quella secondo cui nessun responsabile della Casa Bianca ha mai interferito con le indagini guidate dal Dipartimento alla giustizia”.



Il nuovo sorprendente capitolo dell’esperienza di Donald Trump alla Casa Bianca ha inizio con un tweet pubblicato alle ore 12:35 italiane: è stato in quel momento che il presidente degli Stati Uniti ha annunciato di aver scoperto che Barack Obama aveva messo sotto controllo i suoi telefoni prima delle Elezioni Usa 2016 che lo hanno visto trionfare su Hillary Clinton. Traducendo testualmente il primo di una lunga serie di cinguettii del tycoon newyorchese si legge:”Terribile! Appena scoperto che Obama ha intercettato le mie comunicazioni in Trump Tower poco prima della vittoria. Non hanno trovato nulla. Questo è maccartismo!“. Finito qui? Macché! Trump non si è limitato a scomodare la caccia alle streghe verso le spie sovietiche comuniste che ha caratterizzato l’America degli anni Cinquanta. Il Repubblicano difatti ha continuato poco dopo:”E’ legale per un presidente monitorare una elezione presidenziale?“. L’inquilino attuale della Casa Bianca, non pago della situazione, ha continuato ad infiammare Twitter minacciando una battaglia legale:”Scommetto che un avvocato potrebbe fare una grande causa, visto che Obama intercettava i miei telefoni lo scorso ottobre“. Lo sfogo di Trump ha avuto il proprio culmine nel momento in cui il tycoon ha deciso di richiamare alla memoria degli americani lo scandalo Watergate, le intercettazioni ordite ai danni del Partito Democratico dall’allora presidente Nixon, che per questo fu costretto a dimettersi:”Quanto è caduto in basso il presidente Obama per decidere di intercettare i miei telefoni durante il sacro processo elettorale. Questo è il Nixon/Watergate. Cattivo (o malato) ragazzo?“. Di una cosa soltanto può essere contento Trump: Obama non deve dimettersi, la Casa Bianca è già sua.

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