Il nuovo Watergate è servito. O forse no. Donald Trump è una furia e ieri si è scagliato contro il suo predecessore Barack Obama, reo secondo il neo presidente Usa di averlo fatto intercettare alla Trump Tower quando era ancora un candidato repubblicano alla presidenza. Lo scandalo che travolse negli anni ’70 il presidente repubblicano Nixon, “beccato” a far intercettare praticamente l’intero Partito Democratico per anni, rischia di ripetersi questa volta con le accuse di Trump contro Barack Obama di aver cercato di impedire l’elezione del tycoon favorendo così la dem Hillary Clinton. Un’accusa piovuta giù dal cielo di Twitter che ha sconvolto per due giorni l’opinione pubblica americana, una volta di più in rivolta contro le accuse considerate assurde di Trump. La nota è chiara e durissima e arriva direttamente dalla Casa Bianca e non più da un semplice tweet: La Casa Bianca ha chiesto al Congresso di indagare su possibili abusi di potere da parte dell’Amministrazione Obama a ridosso delle elezioni del 2016. Le notizie riguardanti possibili indagini motivate politicamente prima delle elezioni del 2016 – si legge nella nota – sono un grande problema. Il presidente Trump ha quindi richiesto che, come parte delle loro indagini sull’attività della Russia, le commissioni intelligence del Congresso esercitino la loro autorità di vigilanza per appurare se nel 2016 c’è stato un abuso da parte del governo nell’uso dei suoi poteri esecutivi”. “Nè la Casa Bianca – prosegue la nota – né il presidente commenteranno ulteriormente la vicenda fino a che questa supervisione non sarà portata a termine». Nessun commento di Trump, nessuno di Obama ma la bomba politica è servita e ora bisognerà controllare se effettivamente il “pedinamento” preventivo del tycoon sia un’ennesima sparata di Trump o se invece la situazione rischia di riportare la mente agli anni ’70…



Inutile dire come le accuse di Trump al suo predecessore su presunte intercettazioni alla Trump Tower durante la campagna elettorale 2016 siano state recepite dai vari organi di intelligence come un “insulto”, così lo definisce l’Fbi. Che rilancia: «il direttore dell’Fbi, James Comey, ha chiesto al Dipartimento di giustizia di respingere pubblicamente le affermazioni di Donald Trump secondo cui Barack Obama avrebbe ordinato di intercettarlo», riportano i media Usa. I Democratici attaccano: “Ridicolo, è un insulto”, dice Nancy Pelosi leader alla Camera. Ma anche dai repubblicani arrivano critiche come quelle del senatore Marco Rubio, battuto da Trump alle primarie repubblicane: “Deve fornire spiegazioni”. Il caso è scoppiato, le spiegazioni al momento non ci sono e le indagini invece sono già scattate; Trump si è detto «molto preoccupato per le notizie di inchieste politicamente motivate» ai suoi danni e ha chiesto ufficialmente alle commissioni intelligence del Congresso di attivarsi per verificare «se ci sia stato un abuso dei poteri dell’esecutivo nel 2016». (Niccolò Magnani)

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