La Nigeria insanguinata da anni di terrorismo islamico continua a piangere le sue vittime. Adesso i fanatici del gruppo Boko Haram usano sempre più spesso bambini come kamikaze, data la possibilità che hanno di passare maggiormente inosservati nei luoghi pieni di folla. Ci sono state sì sconfitte militari che hanno spinto sempre più a nord i terroristi, ma gli attacchi non sono certo finiti. Parlando di questo dramma il vescovo Oliver Dashe Doeme della diocesi di Maiduguri che si trova tra i territori più colpiti dagli islamisti, ha spiegato come quella in corso non sia soltanto una battaglia fisica, cioè tra persone, ma anche una guerra spirituale: “La battaglia contro Boko Haram non è limitata al regno fisico, ma deve essere combattuta anche nel campo spirituale per il suo contenuto demoniaco”. Il vescovo ha poi lodato l’impegno dell’esercito nigeriano per i molti successi ma ha chiesto di far sì che si concludano tutte le violenze nel nord est del paese, dove ancora ci sono kamikaze e attacchi. Dal 2009 a oggi in quella regione oltre 100mila persone sono state uccise dai terroristi, mentre oltre due milioni hanno lasciato le loro case. Ci sono almeno 52mila orfani che vivono da soli per le strade mentre 55mila donne sono rimaste vedove. A inizio aprile, ha detto il vescovo, tra le 10mila persone uccise in quel periodo, 500 erano fedeli cattolici, 250 chiese sono state rase al suolo nel 2014 e mancano all’appello 25 preti e 40 suore. Circa 80mila cattolici sono invece fuggiti nel vicino Cameron.