Ad evitare lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale, viste le tensioni crescenti tra Stati Uniti e Corea del Nord potrebbe essere l’intervento della Cina. Il colosso asiatico, che rappresenta l’alleato principale di Pyongyang, sembra essere l’unico in grado di evitare un conflitto che rischia di interessare l’intero Pianeta. Ed è anche per questo, forse, che Donald Trump ha finalmente rotto il suo silenzio sulla situazione nord-coreana attraverso Twitter, chiamando in causa – guarda caso – proprio la Cina. Queste le parole dell’inquilino della Casa Bianca:”Perché dovrei chiamare la Cina un manipolatore di valuta quando sta lavorando con noi sul problema nordcoreano? Vediamo cosa succede!”. Ma se fino a qualche tempo fa immaginare una collaborazione della Cina era impensabile, adesso le condizioni sono cambiate. Lo ha confermato anche il consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, H. R. McMaster, che da Kabul oggi ha dichiarato:”C’è un consenso diffuso a livello internazionale, e questo comprende la Cina e i suoi dirigenti, sul fatto che la situazione in Corea del Nord non può durare così”. (aggiornamento di Dario D’Angelo)



Non si arrestano le tensioni fra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il dittatore nordcoreano Kim Jong-Un, una vicenda che, nelle ultime ore, ha portato il vicepresidente degli States, Mike Pence, già in viaggio verso la Corea del Sud, a incontrare gli alleati asiatici in questo momento così delicato. Con la sua visita a Seul, che dovrebbe durare in tutto 10 giorni, Pence incontrerà il premier sudcoreano Hwang Kyo-Ahn, che, in attesa delle elezioni che si terranno a maggio, attualmente svolge il ruolo presidenziale; assieme a lui, naturalmente, cercherà di ottenere informazioni sulla tipologia di missile utilizzato da Kim Jong-Un per il test fallito nelle ultime ore. Nella giornata di oggi, così come riporta l’Ansa, il vicepresidente degli Stati Uniti, in compagnia di sua moglie e delle sue figlie, si unirà all’esercito americano e sudcoreano per partecipare alle funzioni previste per la Santa Pasqua. (Aggiornamento di Fabiola Iuliano)



La Corea del Nord ha messo in guardia gli Stati Uniti: non deve compiere azioni provocatorie, altrimenti dovrà affrontare le conseguenze. «Siamo pronti a una guerra nucleare», fanno sapere da Pyongyang, come riportato da Il Messaggero. Il secondo più potente ufficiale del regime, Choe Ryong-hae, ha dichiarato a tal proposito: «Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale, e siamo pronti a colpire con attacchi nucleari nel nostro stile ad eventuali attacchi nucleari». Intanto l’ambasciatore russo a Pyongyang ha definito probabile un nuovo test missilistico della Corea del Nord, in particolare di un nuovo motore a razzo, forse il 25 aprile, quando si celebra l’85esimo anniversario della creazione dell’esercito. Aleksandr Matsegora, come riportato dall’agenzia Interfax, ritiene meno probabile – ma comunque non da escludere – l’ipotesi che la Corea del Nord conduca un nuovo test nucleare.



Lo scontro fra titani, la terza guerra mondiale che vede il contrasto fra Usa e Corea del Nord, continua senza che alcuna delle due potenze accenni a deporre le armi. In questo caso nel vero senso della parola, un dettaglio importante che pone l’accento sulla possibilità che la Corea del Nord scenda in campo con le armi nucleari. I media di Stato hanno dato un ulteriore contributo al clima di tensione che si respira da ormai troppi giorni, rivelando che il presidente nordcoreano Kim Jong-un avrebbe fatto una simulazione d’attacco a Seul. Come riporta Agc News, la strategia del leader sarebbe anche una dimostrazione voluta per valutare l’effettiva capacità delle forze speciali di colpite i bersagli programmati. In particolare, a livello internazionale ci si chiede ora se questa esercitazione spingerà Kim Jong-un a fare il terzo test nucleare già nel mese di aprile. 

In un botta e risposta senza fine, Donald Trump mantiene ferma la sua strategia in previsione di una terza guerra mondiale. Il governo americano ha infatti inviato un gruppo d’attacco verso la Corea del Nord come risposta alle minacce di Pyongyang, mentre il Presidente nordcoreano ha definito questo gesto come “sconsiderato”, promettendo nuove azioni forti. Intanto, gli Stati Uniti non escludono la possibilità di effettuare entro breve azioni militari importanti, un timore che la Corea del Nord nutre fin dall’attacco aereo dei giorni scorsi contro la Siria. Un dato confermato già nello scorso marzo da Rez Tillerson, il Segretario di Stato americano, che ha non ha nascosto come gli USA abbiano già organizzato tutto per effettuare un nuovo attacco preventivo.