A 36 giorni esatti di distanza dalla strage del ponte di Westminster a Londra, una persona è stata fermata poco distante dal Parlamento inglese, quasi nello stesso punto dove il terrorista di allora uccise un poliziotto e fu a sua volta ucciso. Niente vittime fortunatamente questa volta: un uomo dai tipici tratti mediorientali è stato fermato quando dal suo zainetto sono caduti dei coltelli. Le autorità hanno subito indicato l’episodio come atto di terrorismo, stava per colpire. Intanto nelle stesse ore in Germania è stato scoperto un uomo dell’Isis che si faceva passare per poliziotto. Secondo Fausto Biloslavo, “quanto sta accadendo è la piena applicazione della strategia del terrore dell’Isis e di al Qaeda. Mentre perdono terreno in Medio oriente, scatenano la rappresaglia in occidente, usando persone che se anche agiscono in modo rudimentale, con un coltello o una macchina, facendo una o due vittime, creano più attenzione mediatica di quanto ne facciano trecento morti a Baghdad”.
Biloslavo, attentato sventato di poco a Londra. Siamo davanti a una strategia della tensione?
Sono episodi che purtroppo non stupiscono, era tutto previsto. Più gli jihadisti perdono terreno in Siria e in Iraq, e più c’è una reazione terroristica che per fortuna è affidata a gente non molto esperta ma, attenzione, non definiamoli lupi solitari.
Perché? Che cosa sono?
Definirli così, descriverli come dei pazzoidi isolati che non c’entrano nulla con l’Isis è sbagliatissimo. Tutti questi cani sciolti sono fortemente radicalizzati e preparati, magari non sono andati a combattere in Siria, ma sono determinati e vengono aizzati dalla propaganda jihadista.
Dunque siamo sotto attacco, in modo diverso da Parigi e Bruxelles, e dobbiamo aspettarci qualcosa ogni giorno da chiunque. Sono persone guidate da una regia?
C’è una regia che non è quella delle Brigate Rosse con una direzione verticistica che dava indicazioni. C’è invece una strategia che è quella di colpire l’occidente come rappresaglia. Questa strategia è teleguidata via web come ispirazione, dopo di che, come abbiamo visto in passato, può anche succedere che ci siano cellule vere e proprie che partono dalla Siria e fanno quello che hanno fatto a Parigi o Bruxelles. E’ chiaro che c’è un numero più alto di cani sciolti che di questi commando, cani sciolti nel senso che non sono veterani che hanno combattuto in Siria, ma uomini radicalizzati intenzionati a colpire. E quasi impossibili da individuare.
Come si fa a prevenirli?
E’ difficile. Innanzitutto cellule di commando possono ancora partire dal Medio oriente se non sono già qui in Europa. Inoltre l’intelligence europea si aspetta prima o poi l’attentato con una macchina esplosiva come succede tutti i giorni laggiù.
Attentato poche ore prima delle elezioni francesi, attentati a Londra dove si voterà il prossimo giugno: c’è un legame?
Certo. E’ da tempo che gli aizzatori del califfato hanno capito che se fanno 300 morti a Baghdad hanno un trafiletto sui giornali, se invece sparano a un poliziotto a Parigi tutti i giornali del mondo ne parlano. Il danno è minimo, ma l’effetto è potentissimo. Possono anche non fare vittime ma hanno creato la vera strategia del terrore. Il loro risultato lo hanno già raggiunto. Girare attorno a questi episodi scomodando gli psicologi è sbagliato, questo è terrorismo. Non bisogna sottostimare il pericolo.