Il mondo intero alza il dito contro Assad, già sentenziato colpevole “dell’ennesima” strage di civili, il suo stesso popolo, quello siriano. Peccato che le accuse contro il presidente siriano in passato si siano rivelate sempre – o quasi – delle grandi bufale. Come quando, nel 2013, si rischiò la terza guerra mondiale perché Obama aveva deciso senza alcuna prova che era stato Assad a usare il gas contro i civili, mentre indagini successive dimostrarono che non era vero. Per il generale Marco Bertolini, intervistato da ilsussidiario.net, “non si capisce perché mai Assad, in una fase dove sta vincendo la guerra e ogni cosa dal punto di vista militare gli sta andando bene avrebbe dovuto fare una cosa del genere. E’ talmente illogico che si capisce che si tratta di una manovra propagandistica di chi non sopporta le sue vittorie, tra cui anche potenze occidentali come Francia e Regno Unito”.



Assad è salito immediatamente sul banco degli imputati alla notizia dell’uso di gas contro la città di Khan Sheikhun, in cui sarebbero morti molti civili tra cui bambini. Non è la prima volta che succede. Che ne pensa?

Credo che l’episodio debba essere inquadrato in questa fase della guerra siriana nella quale si cerca di mettere in un angolo nuovamente sia Assad che Putin. Le accuse nei confronti del presidente siriano ci sono sempre state ma non sono mai state provate. Fanno parte di un teorema consolidato che dice che Assad uccideva il proprio popolo, Gheddafi faceva lo stesso e per questo andavano eliminati. La tesi che questi dittatori se la prendono con il proprio popolo è una tesi sempre ribadita e senza prove concrete.



Dunque ritiene si sia trattato come successo altre volte di una manovra dei ribelli per indebolire Assad?

Credo sia un episodio strumentale per ridimensionare i grandi successi che la coalizione russo-siriana sta avendo sul campo, successi che non fanno piacere ad alcune potenze occidentali.

Quali?

Francia e Regno Unito, ma anche gli Usa non nascondono un certo fastidio di fronte ai successi di Assad.

E la Turchia?

Anche la Turchia, però Erdogan e Putin si sono sentiti immediatamente su questo episodio. Certamente Erdogan ha forti interessi sulla provincia di Idlib dove è avvenuto il bombardamento dato che confina con il suo paese e potrebbe approfittare di questo episodio. 



Quello che appare sospetto è che il bombardamento sia caduto sul quartiere dove si trovano civili rifugiati da altre zone della Siria e non sulle strutture militari: o è stato un errore madornale o è evidente che sono stati i ribelli per incolpare Assad, gente che non ha mai avuto problemi a massacrare i civili. Si dice anche che sia stato colpito un arsenale di armi chimiche dei ribelli, anzi non lo dice quasi nessuno.

Gli errori purtroppo ci sono e in un quadro così complesso come è la Siria oggi tutto è possibile, ma, ripeto, lo ritengo un episodio strumentale, anche perché quale vantaggio in questa fase della guerra in cui tutto gli va bene avrebbe avuto Assad ad ammazzare dei bambini? Il bombardamento dell’ospedale poi sembra davvero una favola. Assad sa che con un’azione del genere rischierebbe la condanna del mondo e anche ritorsioni militari, come accadde quando Obama voleva intervenire.

Diceva prima del ruolo di Francia e Inghilterra. Quale sarebbe esattamente?

Stupisce la prontezza con cui i due paesi hanno subito sposato la causa della colpevolezza di Assad escludendo i jihadisti che in quella zona hanno sempre avuto personaggi importanti di al Qaeda.

Perché si comportano così allora?

Francia e Inghilterra in quell’area si considerano da sempre protagonisti, la Siria è stata in mano francese, gli inglesi erano in Iraq e Israele. Anche in Libano la Francia è sempre stata presente in questi anni. Assad rappresenta una emancipazione da questa mano franco-britannica. Gli inglesi poi, come un po’ in tutto il mondo e anche in medio oriente, fanno da portavoce degli Usa in questa alleanza anglosassone: inglesi, americani, australiani e neozelandesi che condividono gli stessi obbiettivi.

Gli Stati Uniti però hanno annunciato ufficialmente che non è più loro priorità la destituzione di Assad, durante l’incontro tra il segretario di Stato americano Rex Tillerson e il suo omologo turco ad Ankara.

Questo rientra nel programma elettorale di Trump, però alcune politiche innescate da Obama e dalla Clinton continuano il loro corso. Assad era il male da estirpare, Trump, irriso dall’establishment precedente, non basta ancora a cambiare la situazione. Poi va detta una cosa di cui nessuno parla mai: il ruolo svolto da Israele, che è ostile nei confronti di Assad e non ha mai smesso di colpire alle spalle l’esercito siriano mentre questo era impegnato contro i ribelli. E’ una situazione molto complessa che si sta complicando ancora di più.

(Paolo Vites)