La visita compiuta dal Presidente Mattarella in Argentina potrebbe rappresentare finalmente la tanto sperata occasione di costruire un ponte tra due nazioni che hanno diversi punti in comune. Progetto già tentato negli anni Ottanta con grande enfasi durante lo storico Governo del Presidente Raul Alfonsin, ma successivamente bloccato dal ritorno del peronismo al potere con la presidenza di Carlos Menem. Fatto che fece vivere all’Argentina una stagione di bene artificiale, terminata nel tragico 2001. Dopo il quale arrivò l’allora sconosciuto Nestor Kirchner, che però iniziò un’altra stagione che, come la precedente, apertasi con segnali positivi, si è rivelata anche peggiore ed è purtroppo continuata con Cristina Kirchner: 13 anni di populismo che hanno portato il Paese sull’orlo di un altro crac, evitato solo grazie alle elezioni, che hanno portato al potere Mauricio Macri, di origini calabresi. 



A partire da quel giorno, l’Argentina è tornata ad affacciarsi su un mondo dal quale si era volontariamente allontanata, ed è naturale che abbia ricominciato a essere indispensabile riallacciarsi con un’Italia dalla quale provengono 20 dei quasi 40 milioni di abitanti. Anticipata da quella di Renzi e da una missione economica, la visita di quattro giorni di Mattarella in Argentina ha suggellato il lavoro delle precedenti missioni con una serie di accordi (circa una quarantina) che abbracciano vari settori, collocando la nostra nazione al terzo posto tra i partner del Paese latinoamericano. Ciò costituisce un’opportunità straordinaria anche per il nostro Paese, visto che il prossimo ottobre verrà firmato un accordo tra l’Ue e il suo equivalente latinoamericano, Mercosur: un mercato di più di 800 milioni di persone tra i due continenti.



La crisi in cui versa l’Unione europea, la situazione mondiale alquanto confusa e un mondo ormai immerso nella quarta rivoluzione industriale spingono le nazioni ad affacciarsi sul mondo e a intraprendere il cammino non solo della collaborazione, ma anche dell’integrazione: quale migliore esempio di un’Argentina costruita su immigrazioni e per certi versi all’avanguardia, avendo già abbondantemente passato esperienze politiche che in Europa al momento si sono solo affacciate?

Costruire muri e isolarsi non serve, e questo l’Argentina lo ha già sperimentato. Bisogna avere la capacità di integrarsi e accogliere i flussi migratori come un’opportunità: per questo, ma anche per gli indiscutibili legami storici, moltissimi giovani italiani hanno scelto di stabilirsi qui: una nazione amica che può, attraverso la costruzione di un ponte che ci unisca, essere un utile strumento per uscire dalla crisi in cui versa un’Italia che pare aver perso parte di quel prestigio che godeva internazionalmente e che può ritrovare solo rinnovandosi. Con esperienze come quella che, speriamo, possa continuare per molto con un’Argentina che ha molto da raccontarci.