Uscita interessante quella di questa mattina sul quotidiano La Croix per le prossime elezioni in Francia in programma domenica prossima con il ballottaggio Le Pen-Macron: endorsement importante quello prodotto dal direttore del quotidiano più diffuso tra i cattolici di Francia, La Croix, verso il candidato di En Marche! e dunque contro alla cattolica Marine Le Pen. Scrive il direttore Guillaume Goubert, «Il giornale non ha l’abitudine di esprime una preferenza tra i candidati ad un’elezione, in decenni questa regola non ha conosciuto che un’eccezione, nel 2002, quando i francesi dovevano scegliere tra Jacques Chirac e Jean-Marie Le Pen». La situazione per i cattolici francesi dunque sembra essere molto simile a quella di 15 anni fa: «Noi non accettiamo l’idea di una scelta determinata dalla paura, dalla paura del futuro, dell’Europa, del mondo, dello straniero, dell’altro, scegliamo Macron anche se il suo programma non può raccogliere la nostra piena adesione, lo abbiamo già scritto», ammette La Croix, precisando però che nonostante tutto il leader di En Marche! ha prodotto una scelta di unione e fiducia nel futuro, al contrario degli appelli di Marine Le Pen. Posizione assai importante e netta a pochi giorni dal voto del secondo turno, con già Macron in vantaggio in tutti i sondaggi prodotti finora. (agg. di Niccolò Magnani)
Se la Francia per le elezioni presidenziali usasse il sistema elettorale degli Stati Uniti, vincerebbe Marine Le Pen. In attesa del ballottaggio, in programma il 7 maggio, l’Economist ha effettuato l’esperimento per dimostrare quanto l’esito di un voto dipenda dal sistema elettorale vigente. La vittoria di Donald Trump è stata descritta un trionfo, nonostante abbia preso quasi tre milioni di voti in meno di Hillary Clinton. In Francia quel sistema elettorale incoronerebbe la leader del Front National a discapito di Emmanuel Macron, il candidato di En Marche!. Quest’ultimo ha ottenuto risultati migliori nelle aree a ovest del paese, mentre Le Pen ha raccolto più consensi nelle aree che si affacciano sul Mediterraneo, nel nord-est, nel centro e nel sud-est della Francia. Non nelle principali città di queste zone. L’elezione in Francia è basata su un puro parametro quantitativo, mentre negli Stati Uniti il sistema è maggioritario, quindi conta vincere in alcuni stati più che in altri. L’Economist ha, quindi, immaginato le regioni francesi come stati federati, ipotizzando che Macron e Le Pen sarebbero finiti in parità con 90 “grandi elettori” ciascuno. In questo caso la scelta avviene con un voto per stato: la Le Pen ha vinto in otto regioni contro le sei di Macron, quindi avrebbe vinto.
Ultimi grandi comizi in Francia in vista delle elezioni presidenziali: il 7 maggio andrà in scena lo scontro al ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Gli ultimi sondaggi danno il candidato di En Marche! in ripresa: stando ad un’inchiesta pubblicata dal quotidiano Le Figaro, otterrebbe il 61% dei voti nel duello con la leader del Front National. A cinque giorni dalle votazioni i due candidati si sono scambiati accuse. Macron, ad esempio, ha attaccato Le Pen per le dichiarazioni sul rastrellamento di 13mila ebrei nel 1942: «Le radici sono evidenti. Io mi batterò fino all’ultimo secondo, non soltanto contro il suo progetto, ma contro la sua idea della democrazia e della Repubblica che non è la mia». La candidata di estrema destra è, invece, intervenuta su Twitter per esprimere la sua solidarietà nei confronti dei poliziotti feriti negli scontri di ieri. Nel comizio a nord di Parigi ha, invece, denunciato il rivale centrista, giudicato come un candidato del “sistema” e dell’alta finanza.