La Svizzera dice addio al nucleare: la vittoria del “sì” al referendum ha sancito un importante cambiamento nel paese elvetico dal punto di vista energetico. Il graduale abbandono dell’energia nucleare ha ottenuto il 58,2% dei voti favorevoli: promossa, quindi, la politica di promozione delle rinnovabili. I cittadini svizzeri, chiamati a pronunciarsi sulla nuova strategia energetica, hanno deciso di approvare la revisione della legge sull’energia che intende ridurre il consumo e aumentare l’efficienza energetica, promuovendo le energie rinnovabili e abbandonando il nucleare. Prevista anche la chiusura delle cinque centrali che sono attualmente attive e, quindi, il divieto di costruirne di nuove. La chiusura delle centrali nucleari è prevista entro 20-30 anni.
Questa strategia era stata già approvata dalla maggioranza del Parlamento, che aveva incontrato l’opposizione dell’Unione democratica di centro (Udc). La loro raccolta delle firme per il referendum, con il sostegno di alcuni esponenti politici di altri partiti conservatori e di associazioni del mondo economico, ha portato alla votazione odierna. Ha vinto il sì e quindi il governo elvetico può lanciare quel progetto su cui aveva iniziato a lavorare nel 2011, dopo l’incidente di Fukushima. Oggi la Svizzera è tra i Paesi europei che produce maggiormente energia da fonti rinnovabili, ma circa il 95% di questa elettricità deriva da centrali idroelettriche. Nel campo delle altre (e più recenti) energie rinnovabili, dunque, c’è un grandissimo margine di crescita.