Il discorso di Donald Trump sull’Islam era attesissimo. Lo ha pronunciato al Gulf Cooperation Council di Riad, dove si sono riuniti i leader degli Stati del Golfo Persico, fatta eccezione per l’Iran. Il discorso è un’occasione per ribadire la rottura col suo precedessore, a cui non perdona quel periodo in cui appoggiò le primavere arabe. Il presidente degli Stati Uniti non rifarebbe infatti la scelta di Barack Obama: «La sicurezza si costruisce nella stabilità, noi non molleremo i nostri alleati». Nella capitale di uno dei regimi più reazionari, Trump si guarda però bene dal parlare di libertà e democrazia: «Non sono venuto qui a darvi lezioni, non sono io a dirvi come dovete vivere». Si parla, invece, di terrorismo: «Occorre una coalizione internazionale. Le nazioni del Medio Oriente non possono aspettare che sia l’America a sconfiggerlo. Dovete battere voi questo nemico che uccide in nome della fede».
Nel discorso del presidente Usa c’è però un riferimento all’oppressione delle donne e alla persecuzione delle minoranze religiose che potrebbe apparire critico nei confronti dell’Arabia Saudita. Ha soddisfatto comunque le attese di chi aveva previsto che non avrebbe messo bocca sul trattamento riservato ai cittadini, purché fossero dalla loro parte nella lotta al terrorismo. Il suo sostegno, dunque, ai regimi dell’area è totale, ma a patto che si uniscano agli Stati Uniti nella lotta al terrorismo. Questo appello, seppur espresso in termini diversi, non è dissimile dalla “coalizione dei volenterosi” richiamata da George W. Bush dopo l’11 settembre 2001.
E pensare che durante la sua campagna elettorale aveva attaccato l’Arabia Saudita, accusata apertamente di essere responsabile per l’attacco alle Torri Gemelle. Nessun rancore da parte dei leader arabi, visto che hanno raggiunto l’accordo per la fornitura delle armi. La battaglia contro il terrorismo non è tra fedi e civiltà, «ma tra barbari criminali che cercano di distruggere la vita umana, e le persone oneste di tutte le religioni che cercano di proteggerla. È una battaglia tra il bene e il male».