Mentre il mondo intero piange ancora una volta un nuovo attentato Isis su territorio europeo, l’ultimo a Manchester durante un normale concerto di una popstar Usa come Ariana Grande, oggi in Siria qualcosa di clamoroso è successo nel silenzio quasi completo dei media. Uno dei motivi infatti dell’aumento negli ultimi due anni dei fenomeni terroristici jihadisti è proprio il diminuire della forza sul campo del Califfato, tra Iraq, Siria e Libia: il conseguente innalzamento delle gravi azioni sparpagliate nel mondo riflette una poderosa sconfitta, anche se ancora molto lunga nel tempo, dello Stato Islamico in medio oriente. È di questa mattina la notizia di alcuni militanti dello stato maggiore Isis che sono rimasti uccisi in una imboscata delle forze militari siriane legate ad Assad, ad est di Aleppo.
Da quanto riportano i media statali siriani, si trattano di Abu Walid Tunsi, Abelrahman Matawi (di origini saudite) e Abu Musib Masri, i principali esponenti del Califfato ad alti livelli. In particolare, Masri è considerato il “ministro della guerra” dell’Isis, una sorta di capo delle operazioni di combattimento sul campo iracheno e siriano. Oltre a loro sono molti i leader di formazioni jihadiste dello Stato Islamico, un ennesimo colpo di spugna a livello militare per il sedicente Califfato a poche ore dall’ennesimo attentato prodotto questa volta in Inghilterra. Anche dal destino di queste formazioni sul campo del Medio Oriente dipenderà molto delle continue rivendicazioni e organizzazioni a livello mondiale di altri attentati.