Circa 35 cristiani coopti massacrati mentre si recavano in visita a un monastero, E’ l’ultima strage di cristiani in Egitto, l’ultima di una serie infinita. Per Wael Farouq “i terroristi reagiscono in questo modo ai cambiamenti storici che la visita del papa in Egitto ha già portato, la loro violenza vuole far credere che cristiani e musulmani sono in guerra fra loro, ma non è vero. Chi parla ancora in occidente di scontro di civiltà e di guerra fra religioni non ha capito nulla. Dietro a questa strage come a quella di Manchester c’è una ideologia politica sostenuta e armata dall’Arabia Saudita e dai Fratelli musulmani”.



Professore, una nuova strage di cristiani in Egitto: secondo lei è in qualche modo collegata alla recente visita del papa?

Sicuramente. La visita del papa ha mostrato un grande cambiamento non solo durante la visita stessa, che è stata il più grande evento della storia in Egitto, durante il quale la messa è stata trasmessa alla tv a milioni di musulmani; c’è stato l’accordo storico con la chiesa copta, la gente in piedi sulle barchette sul Nilo per vedere il papa, tutto questo ha certamente provocato i terroristi.



Che altro ha significato la visita del papa per scatenare tanta violenza?

Le dico un episodio successo in questi giorni, un fatto che prima della visita del papa sarebbe stato inimmaginabile. Per la prima volta un imam che predica in televisione è stato denunciato e portato in tribunale per aver detto che i cristiani sono infedeli. Questo episodio mostra un cambiamento in atto non nei palazzi del potere ma della gente comune, anche musulmani, che lo hanno denunciato. Oppure il direttore della biblioteca di Alessandria che ha chiesto che il testo del discorso del papa sia insegnato nella scuola pubblica. Sono musulmani che non hanno paur. Ecco perché questo attentato: per far credere che le cose non stanno cambiando.



Dunque c’è una speranza in atto, un cammino, per quanto macchiato di sangue?

Le dico la verità: è la prima volta nella mia vita che la mia speranza ogni giorno diminuisce, ma non per la gente comune che vedo cambiare, o per gli islamici che vengono in Europa e sono meno convinti di una convivenza pacifica.

Per che cosa allora?

Per i sistemi di potere occidentali e islamici, per l’ideologia dell’islam politico, fonte vera del male. Vedere Trump che vende armi all’Arabia Saudita per miliardi di dollari è stato doloroso, quando si sa in modo documentato che la gran parte di esse in passato è finita in mano all’Isis. Lasciamo perdere discorsi stupidi come lo scontro di civiltà, oppure fra identità e religioni diverse. Non è questo il punto.

Qual è allora?

Recentemente ho fatto uno studio per la rivista Oasis e sono rimasto sorpreso dalle domande che il 99 per cento dei musulmani fa sul web. Non riguardano il velo o la moschea, quello che li preoccupa è la possibilità di vivere in Europa in armonia con la società che li ospita. Dobbiamo distinguere fra l’ideologia del male, che è l’ideologia politica islamica incarnata nei Fratelli musulmani, e il desiderio dei veri musulmani.

C’è un qualche tipo di connessione fra la strage di Manchester e questa in Egitto? La violenza in nome dell’islam ha toccato in Europa il suo livello più alto.

Il kamikaze di Manchester è stato autore di un’azione politica. Questa persona è stata in Libia, è stata in Turchia, era stato segnalato dalla sua comunità e dalla sua moschea. Quindi il problema non è chi viene in Europa, il problema è un’ideologia che sappiamo tutti da chi è finanziata e da chi viene propagandata: l’Arabia Saudita.

Ma i nostri leader occidentali si guardano bene dal dire tutto questo.

Però dicono che una città come Londra è il paradiso dell’integrazione quando ogni mese c’è un attentato. Recentemente ho discusso con un professore danese che vive in Inghilterra. Mi diceva che da loro c’è un grande livello di integrazione perché non hanno la Chiesa cattolica come in Italia. Gli ho risposto che la religione è la soluzione del problema, non parte del problema, ma lui continuava a ragionare per stereotipi astratti, aggiungendo che la storia dell’Europa moderna è fatta dal tentativo di liberarsi dalle religioni.

E i risultati si vedono, l’Europa non è mai caduta così in basso come oggi…

Ho cercato di spiegargli che è falso dire che in Inghilterra c’è integrazione, che sono solo parole astratte perché lui ragiona in base a stereotipi. Ma tornando al killer di Manchester, il suo esempio conferma le mie parole: persone sole, non integrate, che guardano le persone senza vederle in volto e che non sanno guardare se stesse, e cadono in mano all’ideologia politica dell’islam.

(Paolo Vites)