Continuano ad emergere particolari agghiaccianti sulla strage di Copti avvenuta nel sud dell’Egitto. Il commando di miliziani di Al Quaeda che ha fermato il pullman e che ha ucciso a sangue freddo 35 suoi occupanti, ferendone altri 20, non si è fermato neppure di fronte ai bambini presenti sull’automezzo. Piccoli ai quali non è stato fatto alcuno sconto rispetto alla macabra procedura dell’attacco: ai passeggeri veniva chiesto di convertirsi dal cristianesimo all’Islam, e al minimo tentennamento veniva fatto fuoco su di loro. La scelta della data dell’attacco non è stata casuale, visto che in questi giorni inizia il mese più sacro dell’Islam, il Ramadan. I passeggeri del bus sono stati uccisi con un colpo di pistola alla testa, in maniera diretta, con i pellegrini che sono stati uccisi in rapida successione al rifiuto dell’intenzione di conversione. La strage di copti è stata scoperta con più di un’ora di ritardo dai fatti, essendo la zona dell’Egitto dove è avvenuta non coperta dal segnale telefonico.



Continua a fare sensazione la terribile strage avvenuta nel Sud dell’Egitto costata la vita a 35 cristiani copti, fermati sul pullman sul quale stavano viaggiando ed uccisi a sangue freddo da uomini vestiti in abiti militari. Il presidente egiziano Al Sisi aveva preannunciato dure rappresaglie dopo l’attacco, e i preannunciati raid contro i centri d’addestramento in cui si nascondono i miliziani secondo il Capo di Stato si sono tramutati in realtà nel giro di poche ore. Al Sisi non ha specificato dove sia avvenuto il bombardamento, ma fonti governative egiziane parlano della zona di Shura, particolarmente attiva per quanto riguarda i punti di ritrovo e addestramento dei miliziani di Al Quaeda, ancora molto attivi in Egitto. Una situazione ancora in evoluzione, anche se per le autorità egiziane non c’è dubbio che la strage di copti sia stata provocata da terroristi islamici, con l’Egitto che nasconde un gran numero di cellule terroristiche attive.



Strage di cristiani nel sud dell’Egitto: nei pressi della città di Minya è stato preso d’assalto un bus che trasportava un gruppo di cristiani copti. Si tratterebbe di un atto di terrorismo, con l’automezzo che è stato circondato dal almeno dieci uomini vestiti con abiti militari. E militare è stata l’esecuzione della strage, col bus che è stato fermato in mezzo alla strada e gli uomini armati di mitra che sono saliti a bordo, sparando a tutti coloro che gli si paravano davanti. I terroristi non si sono fermati neppure di fronte ad alcuni bambini che si trovavano a bordo, ci sarebbero anche loro nel conto della vittime. L’Imam Al Ahzar del Cairo ha definito di una gravità inaudita la strage di cristiani copti avvenuta nel sud dell’Egitto, sottolineando come atti di questo tipo non facciano altro che minare la stabilità della nazione, e che si tratta di gesti che non possono che essere considerati riprovevoli da ogni buon musulmano e da ogni buon cristiano.



Nel frattempo la conta delle vittime della strage di cristiani copti avvenuta nel sud dell’Egitto si fa di ora in ora sempre più pesanti. Secondo l’agenzia di stampa DPA si parla di almeno 35 vittime e di almeno 20 feriti, ma le autorità egiziane stanno ancora verificando e identificando quelle che possono essere le vittime della strage. Non si è fatta attendere neanche la reazione del presidente egiziano Al Sisi, che ha convocato nel più breve tempo possibile i vertici della sicurezza della nazione ed ha assicurato una durissima repressione verso un atto che è stato definito inumano. Al Sisi ha espresso l’intenzione di colpire i campi di addestramento che sono delle vere fucine di terroristi, ed ha rivolto un appello al Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, affinché gli Usa intervengano in prima persona per fornire un aiuto concreto alla lotta al terrorismo, dopo la terribile strage di cristiani nel Sud dell’Egitto.