Più di 80 morti nel cuore di Kabul, capitale dell’Afghanistan, in una zona chiave della città, quelle dove ci sono le principali ambasciate occidentali e poco lontano dallo stesso palazzo presidenziale. Il secondo attentato stragista dopo quello a Baghdad, tutti e due nel mese di Ramadan, quello che dovrebbe essere il mese della pace per gli islamici. Che cosa sta succedendo all’interno di questo mondo ce lo ha spiegato Gian Micalessin, corrispondente di guerra, più volte in Afghanistan: “Il Ramadan è il mese della pace, ma anche della guerra. Diceva Maometto che chi muore combattendo in questo periodo va in Paradiso in modo ancor più facile”. Attentato rivendicato dall’Isis che in Afghanistan, ci ha detto ancora, “ha ormai quasi del tutto preso il posto di Al Qaeda e dopo il fallimento della missione della Nato si prepara a prendersi il paese”.
Un attentato in pieno centro della capitale: significa che il livello di sicurezza a Kabul è praticamente inesistente?
Il livello di sicurezza in tutto il paese è drasticamente sceso da tempo, non si contano più le diserzioni dall’esercito. Da quando la Nato se n’è andata i talebani hanno acquisito forze, e proprio il fallimento di una missione durata dieci anni ci dice che forse è il caso di lasciare l’Afghanistan al suo destino.
In che senso? Lo facciamo tornare il paese dei terroristi, quello di cui ha bisogno l’Isis adesso che il califfato sta perdendo?
Attentati come questo sono solo la punta dell’iceberg di una situazione disastrosa in cui la Nato non è riuscita a risolvere il problema fondamentale: né sconfiggere i talebani, né riportare la pace né ricostruire un esercito in grado di contrastarli.
L’attentato è stato rivendicato dall’Isis. Che ne è di al Qaeda?
Si tratta di due forze in contrapposizione, distinte e diverse. L’Isis in Afghanistan ha fatto un passo in avanti nel conquistare il cuore e la mente degli estremisti e dei fanatici con la sua propaganda, grazie alla mancanza di una figura emblematica come bin Laden. Adesso il figlio si propone come nuovo leader per ridare vigore ad al Qaeda. La sostanza è che nonostante questa concorrenza anche in Afghanistan negli ultimi tre anni abbiamo visto emergere lo stato islamico.
Prima parlava di diserzioni: tornano semplicemente a casa o ingrossano le file dei terroristi?
Molti tornano ai propri villaggi perché hanno paura a stare nell’esercito; temono di essere uccisi o che le proprie famigile siano oggetto di ritorisioni, altri vanno nell’Isis, che garantisce al pari dell’esercito paga e sostegno finanziario simile a quello che offre il governo.
Il fatto che questi attentati vengano fatti durante il mese di Ramadan non è controproducente nei confronti degli stessi islamici?
Esistono due interpretazioni diverse dello stesso concetto. In teoria il Ramadan è il mese della pace ma è anche il mese della guerra. Già Maomentto invitava a sacrificarsi nel nome di Dio durante questo mese. Si nota sempre un moltiplicarsi degli attentati suicidi durante il Ramadan, morire durante questo mese è un merito ulteriore per entrare in paradiso.
Però abbiamo sentito molti musulmani infuriati contro i terroristi, dire loro che non sono veri fedeli. Non rischiano di perdere quel sostegno che in fondo il mondo islamico ha sempre dato all’Isis?
No. Non dimentichiamoci che il fallimento della Nato ha lasciato nella popolazione un senso di inimicizia nei confronti di un governo percepito come alleato degli stranieri. Non c’è un grande distacco dai terroristi, il fatto che questi episodi aumentino indica invece l’esistenza complicità nell’esercito e nella popolazione.
Quale futuro può avere questo paese?
In una situazione come quella internazionale dove Usa e Europa sono sempre più separati, è impensabile pensare di tornare a un intervento della Nato, che tra l’altro non sappiamo neanche se sopravvive. Poi manca un accordo con i russi che sarebbe fondamentale: dopo la guerra che li ha visti sconfitti mantengono comunque rapporti importanti con la popolazione, ma l’occidente va sempre in direzione opposta. Adesso l’Europa è in conflitto con gli Usa, la cosa migliore è un ritiro completo dall’Afghanistan. E’ solo questione di tempo, poi tornerà il santuario dell’islam fondamentalista e terrorista che era prima del 2001.