Si respira un’aria tesissima a Mosca, dove Alexey Navalny, leader dell’opposizione a Vladimir Putin, è stato arrestato ieri davanti casa, poco prima dell’inizio della manifestazione di piazza da lui organizzata, per chiedere conto della denuncia di corruzione del premier Dmitry Medvedev. A dare notizia dell’arresto del blogger è stata la moglie, Julia Bulk, che attraverso Twitter ha detto:”Ciao. Sono Julia Bulk. Alexei è stato arrestato all’ingresso della casa. Ha chiesto di non cambiare i piani: Tverskaya”. Le proteste dell’opposizione erano programmate nello stesso giorno delle celebrazioni per la Festa Nazionale, la Giornata della Russia. Le accuse mosse a Navalny, condannato a 30 giorni di detenzione, sono “ripetuta violazione delle norme sull’organizzazione delle manifestazioni” e “resistenza a un ordine di un funzionario di polizia”.



In un primo momento la protesta avrebbe dovuto svolgersi in periferia: in un video però Navalny aveva esortato i suoi seguaci a spostare la manifestazione nel centro di Mosca visto che tutte le compagnie incaricate di montare il palco e introdurre le apparecchiature audio si erano rifiutate di collaborare. Il corteo, secondo i voleri di Navalny, è comunque andato in scena, ma gli agenti di polizia hanno arrestato – secondo un bilancio di Ovd Info – 750 persone a Mosca e 900 a San Pietroburgo. In piazza si sono riascoltati gli stessi slogan uditi la prima volta il 26 marzo scorso, quando migliaia di persone manifestarono contro l’inquilino del Cremlino al grido di “Rossiya bes putina” (Russia senza Putin). Un Putin che il prossimo marzo potrebbe decidere di ricandidarsi alle elezioni presidenziali per quello che sarebbe il suo quarto mandato. Nel frattempo il Cremlino tende a minimizzare sia la questione degli arresti che la portata della manifestazione di protesta. Il capo del dipartimento sicurezza di Mosca, Vladimir Chernikov, come riferisce l’Ansa, ha spiegato che al corteo hanno preso parte “non più di 5mila persone. Circa 2,5 milioni di persone hanno invece preso parte ai festeggiamenti in città per il giorno della Russia”. Chernikov ha aggiunto:”Avevamo ragione è stata una provocazione al 100% di persone non completamente normali, che non sanno rispondere per le proprie azioni e parole. La situazione è sotto controllo, i provocatori non hanno potuto rovinare la festa alla gente: continua il lavoro professionale e preciso nei confronti dei provocatori, non abbiamo l’obiettivo di procedere ad arresti di massa”.

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