La vita degli albini in Africa è sempre stata terribilmente difficile. Considerati “diversi” nel migliore dei casi, portatori di maledizioni e sventure il più delle volte, vengono spesso aggrediti in maniera atroce anche da gruppi di persone, e queste superstizioni non risparmiano donne e bambini. L’ultimo caso salito all’attenzione della comunità internazionale è quello di Mariam Staford Bandaba, una ragazza albina che è stata aggredita da un gruppo di persone, suoi vicini apparentemente normali, persone che era abituata a vedere tutti i giorni. E gli aggressori non hanno avuto pietà di lei, recidendole entrambe le mani. Una terribile mutilazione che, anche per gli effetti psicologici oltre a quelli, già terribili, fisici, avrebbe potuto mettere fine alla vita di Mariam. Ma lei non si è data per vinta.



Scorrendo tra le notizie di cronaca internazionale, in Africa la pratica della mutilazione degli albini è tragicamente frequente. Questo perché non viene considerata solamente un atto di sfregio: proprio perché spesso ritenuti portatori di maledizioni, gli albini vengono considerati dotati di poteri stregoneschi, e la loro mutilazione permette di utilizzare parti del corpo per la preparazione di pozioni e riti magici, ancora frequenti nelle zone rurali dell’Africa e in particolare della Tanzania, dove è avvenuta l’aggressione di cui Mariam è stata vittima. Le mani di un albino vengono considerate ad esempio un potentissimo talismano, una superstizione che è costata carissima a Mariam. Solo il 5% delle aggressioni nei confronti degli albini viene denunciata in Tanzania, ma Maria Staford Bandaba ha avuto il coraggio di portare alla luce del sole la sua storia. Grazie agli aiuti della comunità ha potuto avere delle protesi che l’hanno riportata ad una vita attiva, permettendole addirittura di iniziare a lavorare come tessitrice. Ma il dramma degli albini africani è ancora terribilmente attuale, con la comunità internazionale che deve iniziare a interrogarsi su come intervenire.

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