Nulla ovviamente verrà mai confermato dal regime della Corea del Nord, eppure con gli ultimi scoop prodotti dai media sudcoreani il rischio di una terza guerra mondiale è assai più probabile e purtroppo “non così lontana”. Stando a quanto riporta “Sito92”, un network sudcoreano che cita l’intelligence di Seul, «il regime di Kim Jong-un ha ordinato ai suoi sottoposti di fare tesoro delle armi nucleari, perché da loro dipende la sopravvivenza dello Stato». La clamorosa novità – ricordiamo che Trump e la comunità internazionale sta imponendo sanzioni alla Corea perché non arrivi ad effettuare gli ultimi test missilistici per raggiungere l’arma nucleare a pieno regime – riguarda dunque gli arsenali segreti del governo di Pyongyang: il sito sudcoreano spiega che tale informazione sarebbe giunta dopo la visita di Kim all’impianto segreto di armi nucleari nello scorso febbraio. «lo sviluppo e la produzione di armi nucleari… rappresenta il segreto militare della nostra patria, dalle quali dipende la sua stessa sopravvivenza», avrebbe detto il folle dittatore di Pyongyang. (agg. di Niccolò Magnani)
La tregua tra Stati Uniti e Corea del Nord sembra sempre più lontana e nuovi venti di guerra si avvicendano dopo gli ultimi accadimenti. La reazione di Donald Trump alla morte del giovane studente americano otto Warmbier condannato in terra nordcoreana a 15 anni e rilasciato in coma prima del decesso, è stata oltremodo durissima. A rivelarlo è Libero Quotidiano che parla di vera vendetta rappresentata dall’arrivo di cacciabombardieri per avvertire un regima definito “brutale”. Nello specifico, gli Usa hanno inviato due bombardieri strategici B-1 nella penisola coreana per esercitazioni con altrettanti cacciabombardieri sudcoreani F-15K. Il portavoce di Seoul ha giustificato queste azioni definendole “manovre regolarmente programmate”, eppure in tanti non hanno potuto fare a meno che notare l’ampia coincidenza temporale quantomeno sospetta. E mentre Trump ha tuonato contro il destino dello studente americano e “l’infamia” del governo di Kim Jong-un, anche il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha ribadito l’elevata responsabilità da parte della Corea del Nord nella morte di Otto Warmbier. Il sentore di una imminente Terza Guerra Mondiale, dunque, non può che accrescersi ulteriormente. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Il fronte della Nord Corea è caldissimo e dopo le minacce degli americani in seguito alla morte dello studente in circostanze assai misteriose, il presidente del più prossimo alleato di Trump nel Pacifico ha parlato in una intervista alla Cbs. Il presidente Moon Jae-in da Seul racconta quanto di pericoloso vi è negli ultimi accadimenti, anche se tende ancora la mano all’omologo “cugino” Kim Jong-un: «Non possiamo sapere con certezza se la Corea del Nord lo abbia ucciso, ma io credo sia chiaro che Pyongyang ha una pesante responsabilità nel processo che ha portato alla sua morte». Al netto delle tensioni tra le due Coree che rischiano di scatenare una nuova guerra mondiale, il presidente Moon prosegue nella linea di distensione lanciata dopo la sua elezione: «Spero che le condizioni per il dialogo possano diventare giuste perché crediamo che sia necessario ma ciò non significa che siamo impazienti, spero di poter incontrare Kim prima della fine 2017». basterà per scardinare la miccia purtroppo sul punto di accendersi? (agg. di Niccolò Magnani)
Tensioni internazionali e clima da Terza Guerra Mondiale sempre palpabile nel mondo. Non si allenta la crisi neppure per quanto riguarda il Qatar, sempre più isolato dopo la decisione di Arabia Saudita, Barhain, Egitto ed Emirati Arabi Uniti di chiudere le frontiere ed i rapporti con l’emirato che manterrebbe relazioni sin troppo strette con l’Isis ed il terrorismo islamico. Decisione pesante perché il Qatar d’altro canto per ricchezza e rapporti commerciali resta pur sempre una porta aperta verso l’occidente, come testimoniato anche dalla decisione di far disputare nel 2022 proprio a Doha il secondo Mondiale di calcio asiatico nella storia del football. La situazione sembra tutt’altro che in via di risoluzione, ed anzi all’embargo e alla chiusura dei rapporti commerciali si sono uniti anche Yemen e Isole Maldive, una sorta di rivolta del mondo arabo moderato contro uno Stato che però, almeno formalmente, non fornisce espliciti supporti al terrorismo tale da giustificare una decisione del genere.
Il che sta facendo dunque salire la tensione politica alle stelle in una regione come il Medio Oriente che non ha di certo bisogno di altre spine nel fianco o di altri conflitti, anche solo di tipo diplomatico. Il problema sarebbe principalmente economico, basti pensare che il Qatar è il maggior esportatore di gas al mondo, e le problematiche potrebbero aumentare sensibilmente se la crisi non dovesse rientrare e i rapporti, soprattutto quelli fra Arabia Saudita e Qatar, riprendere. In questo, come riporta il quotidiano l’Avvenire, la posizione degli Stati Uniti si fa sempre più ambigua. Da una parte l’amministrazione Trump aveva salutato con approvazione la scelta di isolamento del Qatar da parte degli altri paesi. Dall’altra è arrivato l’accordo tra il Segretario alla difesa Mattis e il suo collega qatariota Khalid al-Attityah per la vendita a Doha di 36 caccia F-15. Altro che isolamento, il Qatar si rinforza militarmente grazie agli USA e questo potrebbe avere conseguenze a breve termine.