“Per quanto riguarda i significati di ‘umano’ che sono rilevanti per la morale dell’aborto, qualsiasi feto è meno umano di un maiale adulto”. Richard Dawkins ha colpito ancora. La sua opinione (non richiesta, come sempre, ma che lui sente necessario dispensare) appare nel suo ultimo tweet, su uno dei due temi che evidentemente l’ossessionano: Dio e l’aborto. Lo studioso, ateo, è infatti diventato famoso più che per i suoi studi per la volgarità delle sue esternazioni, arrivando ad esempio a definire i bambini down non degni di vivere. Ovviamente è anche ossessionato da se stesso, visto che ritiene così importante dispensare i suoi pareri, senza tener conto che il fatto di essere ateo, come dimostrano tanti altri non credenti, non significa offendere o non tener conto di certe verità scientifiche come quanto si è appurato da tempo sui feti e non necessariamente di materia religiosa.



Nel suo ultimo atto di accusa, analizzandolo a fondo perché non è semplice capire subito cosa Dawkins intende, e leggendo le risposte al suo tweet, si capisce che per lui si possa essere considerati esseri umani solo se si fa esperienza del dolore, quando si percepisce il dolore fisico, quindi solo a quel punto si può dire che meritano il rispetto morale che evita di farli uccidere. Solo quando il feto sviluppa la sensazione del dolore, l’aborto sarebbe inaccettabile. A parte che studi scientifici hanno già dimostrato che praticamente dall’inizio del concepimento il feto è sensibile, che dire allora della gente che è sotto anestesia o in stato comatoso? Non provano dolore, dunque non sono esseri umani e non meritano di vivere. C’è anche gente che conduce una vita normale e che per particolari ragioni non avverte il dolore fisico. E poi ognuno di noi lo avverte in modi diversi. Alcune persone dunque valgono più di altre? Nel frattempo, potrebbe almeno sostenere la legislazione vigente negli Stati Uniti per fermare lo smembramento e l’uccisione di bambini non ancora nati, ma sviluppati abbastanza per sentire il dolore, che gli abortisti giudicano invece inaccettabile. Perché il feto, per dirla alla Pannella, “è solo un grumo di sangue”.

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