In realtà l’episodio non è tanto diverso da quanto accade normalmente in tante case di famiglie americane. Un bambino di 7 anni, figlio di un miliziano dell’Isis, mentre era a casa con il padre, si è messo a giocare con una bomba a mano. Il padre probabilmente era distratto, o non pensava che il piccolo potesse azionare il dispositivo, sta di fatto che la bomba gli è esplosa fra le mani uccidendolo e ferendo gravemente il padre. E’ successo nella città di Shirqat nell’Iraq ancora occupato dall’Isis. E’ infatti normale che i miliziani tengano in casa armi e bombe soprattutto nei villaggi più piccoli dove non ci sono depositi attrezzati o per evitare che gli aerei della coalizione bombardino i depositi di armi.
Secondo la fonte, l’agenzia Alsumaria News, negli ultimi mezzi dozzine di miliziani sono morti mentre nascondevano esplosivi nella zona. Ma tornando alla notizia, quasi tutti i giorni leggiamo che in America un bambino trova la pistola del padre o della madre da qualche parte in casa, si uccide o uccide qualche fratellino o anche i genitori, per gioco, senza rendersi conto di quello che sta facendo. La differenza è che i miliziani dell’Isis sono impegnati in una guerra, la strage di civili in America non ha invece nessuna giustificazione, se non la mentalità tipicamente americana che “avere un’arma in casa è bello”. Secondo statistiche ufficiali, tra il 2004 e il 2016 sono morti per cause come queste un terzo dei soldati americani morti nella guerra del Vietnam. I morti per uso di armi da fuoco tra i privati cittadini in America supera le 10mila persone all’anno.