L’Isisi, almeno in Iraq, potrebbe essere sconfitto nelle prossime settimane: con la conquista della Moschea di Mosul la situazione per lo Stato Islamico in Iraq sembra del tutto segnata. Eppure, i problemi restano, eccome, nella terra martoriata dalla guerra civile e dal terrorismo jihadista, esattamente come in Siria: come spiega al nostro quotidiano con una intervista esclusiva il Generale Carlo Jean, «Che abbia eliminato tutti i terroristi come si legge nel comunicato, ecco, questo mi lascia perplesso, sicuramente gli elementi più addestrati erano già stati ritirati da tempo perché l’Isis li vuole reimpiegare», spiega l’esperto generale italiano. Secondo Jean infatti molti miliziani si sono confusi nella folla di civili, approfittando di alcuni cittadini ancora legati al sogno folle dello Stato Islamico.



«L’Isis rappresentava una rivincita sunnita contro tutte le cattiverie che i sunniti avevano subito dagli sciiti iracheni»: così non è stato, ma ancora qualcuno ci crede e per questo motivo non si può certo dire che Daesh sia del tutto estirpato dalla terra irachena. Guardando poi alla situazione siriana, il generale Jean ci ha raccontato come potrà avvenire la fine della lotta all’Isis anche nello stato vicino in Medioriente, «Il grosso dubbio è se il governo di Damasco riesca a riprendere il controllo del territorio siriano, cosa che nessuno sembra intenzionato a dargli. Eccetto l’Iran, che è interessato a un corridoio fino al Mediterraneo». (agg. di Niccolò Magnani)



Sono giorni di grande tensione e difficoltà in medio oriente, ma la guerra all’Isis, il sedicente stato islamico, potrebbe essere arrivata alla sua svolta decisiva. Negli ultimi giorni si è parlato a lungo di un raid che potrebbe aver causato la morte di Al Baghdadi, il leader di Daesh che solo tre anni fa aveva proclamato la nascita del Califfato. Non erano però arrivate finora conferme sull’accaduto. Novità importanti sono trapelate invece dall’intelligence iraniana, che avrebbe confermato come l’Isis sia di fatto decapitato con la morte di Al Baghdadi, che già diverse volte era stata segnalata in precedenza ma che ora sembra essere effettivamente verificatasi. Difficile valutare le conseguenze anche perché l’attacco verso le forze dello stato islamico è ancora al massimo della sua potenza, e contestualmente a questo annuncio si stanno facendo registrare importanti vittorie militari contro Daesh.



In particolare, è notizia proprio di queste ore la riconquista, da parte dell’offensiva militare governativa irachena, della Moschea di Mosul, con Al Raqqa in Siria città simbolo del Califfato. Vittoria importantissima proprio perché nella moschea di Mosul Abu Bakr Al Baghdadi aveva proclamato la nascita dello stato islamico nel 2014, dando il via a una vera e propria spirale di terrore che oltre ad aprire il fronte di una sanguinosissima guerra fra Iraq e Siria, ha portato ad un’escalation del terrorismo internazionale di cui si conoscono sin troppo bene i dettagli. Aver ripreso il controllo dei luoghi simboli di Mosul è fondamentale per la coalizione: è stato confermato che i danni agli edifici non sono stati procurati dall’Isis, che come strategia spesso ama fare terra bruciata attorno ai luoghi lasciati dopo le sconfitte militari, ma sono il frutto degli attacchi delle forze governative che si sentono ormai sicure di aver ripreso il pieno controllo di Mosul.

Una vittoria simbolica che, assieme alla conferma della morte di Al Baghdadi che sembra ormai più che attendibile, ha portato il Premier dell’Iraq, Abadi, a fare un annuncio molto importante, affermando come di fatto lo Stato Islamico non esista più. “«Stiamo assistendo alla fine del falso Stato di Daesh (Isis), e la liberazione di Mosul lo prova». Questa la dichiarazione di Abadi su Twitter che lascia pensare come la fiducia delle forze governative dell’Iraq verso una vittoria sull’Isis sia ormai ai massimi livelli. Ora si attendono notizie decisive anche nella battaglia di Al Raqqa sul fronte siriano: Abadi ha comunque affermato che la guerra al sedicente stato islamico non terminerà finché anche l’ultimo uomo affiliato all’Isis non sarà portato davanti alla giustizia.