Lo scenario è quello visto e rivisto in questi ultimi anni, anzi mesi, giorni, ore. E noi a ripetere le identiche parole sempre più affrante ma forse scontate, accolte giustamente con noia. Le parole forse, ma i fatti per favore no: non è ovvio il sangue di chi è morto e ferito, la pena delle famiglie. Guardiamoli con condivisione, senza chiuderci nell’indifferenza, curando il nostro giardino: anche quello sarà sfondato.
Viene in mente la frase che Gesù ripete due volte nel Vangelo di Pentecoste: “Pace a voi!”. Personalmente mi fido di quelle parole e della bocca che le ha pronunciate e che sono la verità della vita di ciascuno e di tutti i popoli.
Il mini-van bianco percorre il London Bridge a tutta velocità, investe la folla. Alcuni scendono con coltelli, feriscono i passanti, tagliano gole. Poi un attacco a un pub, a Borough Market, e poi un altro ancora nella zona di Vauxhall Bridge. Morti e feriti. Confusione.
La guerra mondiale non è più a pezzi. È una cascata che invade tutti i continenti. Lo stato islamico che pare in grave difficoltà (ma sono mesi che si dice che Mosul sia stata liberata e non cade mai) sta praticando un’offensiva su vasta scala nelle Filippine, in Nigeria, in Afghanistan. In Egitto: dimenticavamo l’Egitto. E ancora Manchester, poi Londra.
È chiaro, clamorosamente chiaro che l’ideologia assassina dei fondamentalisti islamici non trova alcuna seria opposizione culturale, religiosa, esistenziale in un islam dialogante, che ci consola ma che non ha alcuna forza di fascinazione e di conversione alla non violenza nei giovani fedeli preda dei predicatori di odio. Letto da costoro, nei suoi versetti sanguinari, il Corano appare luminoso e attraente, mentre gli imam che scrivono lettere ai cattolici e ricevono volentieri gli auguri per il Ramadan dai nostri sindaci appaiono come custodi di una religione morta. Così com’è idealmente esaurito, senza nerbo di fede e di gioia, l’Occidente che sa solo fare i soliti distinguo, ma non sa trovare parole che valgano la vita, convincano alla speranza.
Oggi in questa desolazione si aprono praterie di bene per chi voglia seguire di cuore le parole pronunciate da Cristo risorto: “Pace a voi!”. E che il Papa ripete continuamente con la sua testimonianza.
Strategie militari? Più di così a Londra è impossibile. Ogni auto è un’arma potenziale. E se vietassero la circolazione di furgoni e camion, ci sarebbero le biciclette, le mani nude. Intelligence? Si tratterebbe di deportare i sospetti. Ma dove finirebbe la nostra civiltà basata sull’habeas corpus, sullo stato di diritto?
Di certo una parte decisiva tocca ai cristiani, con un compito missionario di profeti disarmati. Beninteso senza rinunciare alla polizia. Come mi disse un giorno Hans Urs von Balthasar, senza polizia romana a garantire l’ordine e reprimere i briganti, neanche Gesù avrebbe potuto fare il discorso delle beatitudini sulla montagna.
Passerà questa lunga nottata? “Pace a voi!”