Dagli Stati Uniti arriva una sentenza destinata a creare un precedente. Robert Roy Farmer, il 26enne californiano di San Jose, accusato di aver torturato e ucciso 21 gatti di cui alcuni domestici, è stato condannato a 16 anni di carcere. Il fatto risale al 2015 quando Farmer rapì alcuni gatti nel quartiere del Cambian Park. Successivamente, la polizia lo sorprese mentre dormiva in auto con un gatto morto nel cruscotto. All’interno dell’auto, poi, furono trovate tracce di sangue, un coltello e pezzi di pelliccia. Ritrovamenti che diedero il via ad indagini più approfondite. Secondo il Mercury News, il primo giornale che ha indagato sulla vicenda, l’uomo avrebbe anche abusato sessualmente di alcuni animali. I veterinari che hanno effettuato l’esame autoptico sul corpo degli animali non hanno escluso tale ipotesi.
Prima della sentenza, Robert Farmer ha fatto leggere ai propri legali la seguente lettera: “Sembra che questi crimini siano stati commessi da un’altra persona. Ma in realtà so di essere stato io. È così difficile capire perché l’ho fatto. Ho rubato un componente delle loro famiglie. Il fatto che fossi fuori di me non è una scusante”. I giudici, nonostante sia stato riscontrato un disturbo della personalità di Farmer non curabile, hanno condannato l’uomo a 16 anni. Una pena che, tuttavia, secondo gli animalisti, non è ancora sufficiente.