Donald Trump non era particolarmente d’accordo con le nuove sanzioni alla Russia e ancora non ha espresso con certezza la sua posizione: intanto però, aumentando il senso di forte tensione – guerra mondiale tra l due superpotenze mondiali, Mosca ha richiamato il suo ambasciatore in patria. La mossa diplomatica non è solo ad effetto, ma rappresenta un modo assai sospetto di rimuovere quel Sergey Kislyak implicato in prima persona con il caso RussiaGate che proprio in questa settimana entra nel vivo per capire le reali possibilità di impeachment per il presidente Trump. «Il diplomatico, che è stato l’ambasciatore negli Usa dal 2008, ha terminato il suo incarico a Washington e il ministro consigliere D. Gonchar sarà l’incaricato d’affari in attesa dell’arrivo di un nuovo ambasciatore», spiega il Cremlino in una nota. Ambasciatori che saltano, sanzioni che vengono emesse contro la scelta del Presidente, ormai la situazione sull’asse Russia-Usa è tutto l’opposto della vicenda “facilmente” disinnescabile. (agg. di Niccolò Magnani)
TERZA GUERRA MONDIALE, TENSIONE USA-NORDCOREA
SANZIONI USA CONTRO RUSSIA E COREA DEL NORD
Mentre gli Usa tremano in vista di un nuovo test missilistico sottomarino che potrebbe presto vedere sul piede di guerra la Corea del Nord, il Congresso ha raggiunto un accordo bipartisan in merito ad un pacchetto di nuove sanzioni nei confronti della Russia. Ne dà oggi notizia TgCom24 specificando come queste sanzioni sarebbero tra applicare in seguito alle interferenze nelle elezioni americane dello scorso anno e per le aggressioni militari in Ucraina e Siria. Tuttavia, Donald Trump non sarebbe stato d’accordo con l’accordo preso da repubblicani e dem. Una decisione, questa legata alle sanzioni, che giunge in un momento decisamente delicato per gli sviluppi del “Russiagate” e non solo. Nell’accordo tra democratici e repubblicani, sono previste anche rigide sanzioni nei confronti di Corea del Nord e Iran. Situazione, dunque, sempre più tesa sebbene il maggior braccio di ferro che potrebbe sorgere dopo l’accordo, il cui testo potrebbe passare già nei prossimi giorni, sarebbe proprio con Trump dal momento che la sua linea sarebbe invece quella di ammorbidire le sanzioni verso Mosca. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
COREA DEL NORD: TEST IMMINENTE?
Terza Guerra Mondiale a un passo? Di sicuro la tensione tra Corea del Nord e Stati Uniti non accenna a diminuire, e nonostante gli avvertimenti il regime di Pyongyang è pronto ad effettuare un nuovo test missilistico, che la CNN ha definito ormai imminente e che potrebbe essere effettuato da un sommergibile, che peraltro potrebbe violare le acque della Corea del Sud o del Giappone. Una serie di madornali violazioni per quella che è la politica che Washington vorrebbe imporre alla Corea del Nord, e il Pentagono starebbe seguendo con grandissima attenzione lo sviluppo della situazione. Se il missile dovesse effettivamente partire violando le restrizioni alle quali la Corea del Nord è stata sottoposta, fonti di intelligence americana parlano di un Donald Trump pronto a impartire l’ordine di colpire Pyongyang, il che potrebbe dar vita ad un’escalation che causerebbe una guerra che da diversi mesi appare sempre più incombente.
NUOVO TEST MISSILISTICO IRRITA WASHINGTON, TRUMP PRONTO A COLPIRE
Gli Stati Uniti da diversi giorni hanno stabilito per i propri cittadini il divieto di recarsi in Corea del Nord, decisione figlia anche della tragica vicenda dello studente tornato in patria in coma e poi morto dopo un’esperienza di studi a Pyongyang. La tensione però è alle stelle anche perché Washington non sopporta più le minacce nordcoreane verso gli alleati Corea del Sud e Giappone, con l’intercettazione del sottomarino che sembra preludere ad un attacco della Corea del Nord in acque dove gli stati alleati degli Usa potrebbero subire danni. Dopo aver trovato importanti punti di distensione con la Russia sulla questione siriana, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta concentrando molti dei suoi sforzi per cercare di domare Pyongyang, che Trump sin dal primo giorno dopo la sua elezione ha sempre considerato una minaccia, mettendo quindi da parte la strategia diplomatica e conservativa del precedente Presidente Barack Obama nei confronti della Corea del Nord. E le prossime ore potrebbero essere decisive per veder partire un attacco americano contro Pyongyang.