Prima ci sono state le bombe di Sarkozy, poi l’abilità diplomatica di Macron e così la Francia ha completato l’opera di “conquista” della Libia. Italia spodestata dal suo ruolo storico di primo partner commerciale e politico della nostra ex colonia? Macron, chiamando a Parigi a firmare la bozza di un accordo storico tra i due contendenti del paese, Fayez Sarraj e Khalifa Haftar, «ha fatto benissimo», ha detto al il sussidiario.net il generale Fabrizio Castagnetti, «ha fatto quello che avremmo dovuto fare sin da subito noi. Adesso ci sarà bisogno di una grande capacità di imporsi da parte del nostro governo perché alla Francia non vadano meriti e ricchezze energetiche e a noi rimanga solo il lavoro sporco, bloccare i trafficanti di uomini».



Generale, Macron ci ha tolto l’iniziativa o siamo noi che non siamo stati capaci di portarla avanti?

Bisogna prima di tutto ricordarsi di una cosa. Dopo Gheddafi dei due governi presenti in Libia quello riconosciuto dalla comunità internazionale era allora quello di Tobruk, quello del generale Haftar. Non si è mai capito perché a un certo punto l’Italia e la comunità internazionale si sono dirette invece verso Tripoli.



Già: perché?

Probabilmente c’era un motivo valido per noi non per la comunità internazionale, di tipo economico. I pozzi dell’Eni soprattutto quelli offshore sono nella Libia occidentale, mentre quelli sfruttati dalla Francia, quelli della Total sono dalle parti di Tobruk. Pozzi questi che negli ultimi anni sono stati colpiti e danneggiati dalle milizie dell’Isis ed è per questo che alla fine la Francia si è attivata portando a casa l’accordo di Parigi tra Sarraj e Haftar.

In sostanza, siamo rimasti a guardare senza prendere iniziative?

Siamo davanti a un grave errore dell’Italia, da subito doveva fare quello che ha fatto Macron adesso. Tenendo anche conto che Haftar ha la forza militare mentre Sarraj non ha nulla, neanche un vero e proprio potere su Tripoli. Ci siamo rivolti a un incapace che ha tra i piedi anche i Fratelli musulmani. cosa che poi crea contrasti fra chi li supporta come la Turchia e il Qatar e chi supporta Tobruk, cioè gli Emirati arabi uniti e l’Arabia Saudita.



“Follow the money”, come dicono gli americani, seguire il denaro e Macron sembra abbia abilmente fatto questo.

Macron ha fatto benissimo, adesso però dobbiamo controllare che non ci siano risvolti negativi per i nostri interessi economici e commerciali. Ricordiamoci che l’Italia è sempre stata il Paese di riferimento energetico della Libia, almeno fino a quando c’era Gheddafi.

Insomma, Macron ha portato a termine quanto aveva iniziato Sarkozy bombardando Gheddafi?

L’unico contrario alla guerra contro Gheddafi era Berlusconi, che però non ha avuto il coraggio di negare la base aerea di Sigonella perché se avesse avuto quel coraggio Sarkozy non avrebbe mai potuto attaccare la Libia. D’altro canto se l’avesse fatto lo avrebbero crocifisso: aveva tutti contro, dal presidente della Repubblica alla comunità internazionale. È stato un errore epocale attaccare la Libia, adesso lo vedono tutti, bastava poi l’esempio dell’Iraq, una guerra inutile voluta dagli Usa. Non è che si può continuare a fare errori politici giganteschi ma la colpa di come è ridotta oggi la Libia è della Francia, assecondata da Regno Unito e Stati Uniti.

Conoscendo Haftar, che era fino a ieri contro l’occidente, si direbbe dietro a questo accordo ci siano forti contropartite economiche, che dice?

Haftar era stato dimenticato completamente dall’occidente, tanto è vero che aveva stretto degli accordi con la Russia. Mi sembra che Putin a livello politico internazionale sia l’unico a capire qualcosa. Ma in politica estera bisogna essere pragmatici, non si risolvono i problemi nascondendoli ma affrontandoli.

La Francia si prende il merito e le ricchezze e a noi rimane il lavoro sporco, occuparci dei trafficanti di migranti?

Adesso dobbiamo essere decisi e vedere come si può risolvere la questione. Se quelli di Tripoli e Tobruk trovano davvero un accordo si può pensare all’invio di una forza militare. Adesso noi in Libia abbiamo solo un ospedale militare, ma con questo accordo si aprirebbe uno spiraglio per inviare un contingente multinazionale e fare quegli hot spot che tutti vogliono, ma che fino a oggi era impossibile fare.