Prima che certi cattolici diano fiato alle trombe gridando al sacrilegio, allo sconvolgimento delle dottrine tradizionali della Chiesa che Bergoglio starebbe operando, prima che si invochi la mancanza e il tradimento della liturgia in latino e l’altare rivolto all’oriente, diciamolo subito: è tutto regolare, ed è stato San Giovanni Paolo II, seguendo l’antica tradizione della Chiesa cattolica, a permettere a una suora di celebrare le nozze cattoliche, una eccezione inserita dal codice di diritto canonico promulgato proprio dal papa diventato santo. Anzi, un qualunque laico può farlo, “dove mancano sacerdoti e diaconi, il vescovo diocesano, previo il voto favorevole della Conferenza episcopale e ottenuta la facoltà della Santa Sede, può delegare dei laici perché assistano ai matrimoni”. La parola laico infatti non ha connotazione maschile, laico o laica ha principio di uguaglianza. E’ successo così che suor Pierrette Thiffault, una religiosa che non è la prima volta che deve sostituire preti mancanti nella regione sperduta dell’Abitibi-Témiscamingue, in Québec, in un paese di 1200 abitanti, Lorrainville ha celebrato il matrimonio cattolico di Cindy e David. Tutto regolare dunque, non c’è bisogno di spostare l’altare a oriente: nel matrimonio inoltre chi celebra il sacramento non è il prete, sono gli sposi stessi. Il sacerdote ha “il compito di testimone qualificato”. E’ stato il vescovo locale a chiedere alla suora di celebrare la cerimonia.



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