Jean-Claude Juncker è un politico e avvocato lussemburghese che si trova a dirigere la mega-macchina nichilista e senza direzione alcuna, che tutti noi rubrichiamo alla voce “Commissione europea”. Un tizio che da un paio di anni fa finta di essere “sano”, per citare Giorgio Gaber, il burocrate “saggio”, insomma, che, dal suo monte sacro, dispensa consigli, per la serie, “chiagne e futte”. La mega-macchina europea, infatti, è fondata sul farisaico lamento dei potenti della finanza e del nugolo di consulenti, manager che non hanno mai visto un’azienda in vita loro, ma sempre presenti ai cda giusti, e altre fantastiche cariatidi del bel mondo italiota e non solo, tutti rigorosamente invitati da radio e televisioni, anche via cavo, a dire la loro sulla “necessità” di respirare al ritmo delle circolari di Bruxelles: ecco chi sostiene Juncker. 



A latere della scrivania del burocrate lussemburghese, poi, pur dominatori della scena, Germania e Francia, e qui la battuta della Le Pen, prima della vittoria del Macron di turno, è a dir poco geniale: “Comunque vada la Francia sarà guidata da una donna: o io o Angela Merkel”. Ecco, in questo bavardage imbarazzante, tra migliaia di nuovi sbarchi sulle nostre coste, Gentiloni che si straccia le vesti e implora la corte di Bruxelles, cosa afferma l’avvocato lussemburghese di cui sopra?



Cito: “La prossima settimana vedrò con i premier di Italia e Grecia quali sforzi supplementari la Commissione Ue può fare per alleviare gli sforzi di questi due paesi nella loro lotta eroica” sul fronte dei migranti. Come dite? Vi sentite presi per i fondelli da questo signore? Lo so, ma questa è la mega-macchina nichilista e violenta che la mediocrazia italiota foraggia, alimenta e divinizza. Hobbes fu schietto e brutale sulla questione: il Leviatano è il “deus mortalis”, punto. Trasponi questo sulla mega-macchina Ue e il gioco è fatto.

Allora, passo per passo:

1) il Mediterraneo è lo “struscio” preferito, la via di transito di migranti e barcaioli affaristi, cinici e sponsorizzati da istituzioni preclare, e Juncker non trova di meglio che dire: vabbè, ragazzi, è un casino, lo vedo anch’io, ma insomma, che possiamo farci? Tenete botta e noi vediamo da qui che possiamo fare;



2) nel mondo della servitù volontaria, i servi balbettano, anche furiosi, davanti al padrone, ma alla fine piegano la schiena, e così Gentiloni sta già mordendosi la lingua per aver fatto uscire dal seno della sua coscienza quella vocina: “Mò basta…”. Eh, caro Gentiloni, fuori tempo massimo, primo, e, secondo, ora chi lo dice a Juncker che la sua mega-macchina deve fare qualcosa? Tu? E con quale autorità? Non hai neanche un voto. E la Grecia? Su questo punto, un no comment basta e avanza. Infine, minacciare il blocco navale se non arrivano gli aiuti significa, a questo punto, incorniciare la tragedia in corso nella cornice della “governance”, invece qui siamo al de profundis della Nazione.

3) L’Italia “eroica” e il nostro solitario viaggio dell’eroe, ecco la sottolineatura tanto pigra quanto sarcastica di Juncker. Piccolo particolare: questo viaggio non è diretto alla salvezza/sicurezza nazionale, voluta già dai nostri padri, ma verso un caos allo stato puro, con le città italiane profondamente – geneticamente? – mutate nella struttura, negli assetti demografici, antropologici, culturali, economici e sociali. Vengo da una breve permanenza nella città, un vero caso di studio, in cui questa devastazione nazionale ha raggiunto esiti tanto visibili quanto preoccupanti, vale a dire Ferrara. La città con la popolazione più vecchia, un tasso di natalità sotto zero, moltitudini di immigrati in ogni angolo e purtroppo non più Mons. Negri come Vescovo: la sostituzione etnica non è nelle teste di chi la sogna, in sé un vero delirio, ma è purtroppo nelle cose. Fatevi un giretto da quelle parti e ditemi voi se possiamo ancora avere la spocchia ancestrale sul “terzo mondo”: siamo noi il terzo mondo. Forse peggio. E l’intera apocalisse che descriviamo è stata pensata, progettata e pianificata a tavolino dalle élites mondialiste, globaliste e nichiliste, già spauracchio di Antonio Gramsci. Ultimo passaggio di questa manovra: il movimento di destrutturazione sistematica della nostra identità e civiltà è stato lanciato in avanti, e le barche dei migranti sono una vera manna. Intanto, qui da noi, la tribù istituzionale, parte della Cei inclusa, strombazza sulle “magnifiche sorti e progressive” del cosiddetto “ius soli”, di fatto un “diritto di nascita” non apertamente dichiarato, dunque tutt’altro rispetto al primo. Una realtà, in sostanza, che non esiste in nessun Paese decente, dall’Atlantico al Pacifico, Far East incluso.

4) Conclusione: Juncker dice: “gli sforzi supplementari” dell’Ue: quali, di grazia? L’Europa sta costruendo la sua macchina di pressione sul nostro ex Bel Paese proprio facendo leva sugli sbarchi, bocche di fuoco per tenerci sotto i talloni, per non usare un altro termine, più plebeo, ma più efficace. Mentre la Francia di Macron respinge i “migranti” alle frontiere. Chiaro il messaggio? Chi conosce le cose sa delle armi di migrazione di massa, lo schema è chiaro, la realtà anche. A questo punto, dobbiamo decidere se il nostro tramonto lo governiamo noi o lo facciamo usare da Juncker, a uso e consumo dei soliti noti. L’Europa è il cuore dell’Occidente, giusto? Bene, l’Occidente è Aben-Land, la terra del tramonto, Heidegger docet. Ma al vate-filosofo più discusso del ‘900, se non altro, piaceva la Foresta Nera, già qualcosa, Lussemburgo è soltanto il porto umbratile delle élites senza patria. Riflettiamo su un punto: il niente, cioè il Lussemburgo, che guida il tutto, ossia l’Europa, che ha creato la nostra civiltà, ci sta tutto, perché è l’applicazione in salsa burocratica del nichilismo, il Niente al potere. Il rovesciamento della piramide della rappresentanza politica e del peso culturale: un’operazione diabolica sopraffina. E, infatti, è il “padrone del mondo” a fare da coach all’intera squadra di “sovversivi” del Niente.