POMPEO (CIA) SULLA MINACCIA NUCLEARE

Non esiste una minaccia imminente di un conflitto nucleare – che possa dunque sfociare in una Terza Guerra Mondiale – con la Corea del Nord. Parola di Mike Pompeo, direttore della CIA, che ha parlato delle tensioni crescenti fra gli USA e il regime di Kim Jong-un.  Pompeo, intervenuto al programma Fox News Sunday, ha affermato che Pyongyang si è spostato ad un “tasso sempre più allarmante” con il suo programma di sviluppo nucleare e che un altro test missilistico non lo coglierebbe di sorpresa. Allo stesso tempo il direttore della CIA ha cercato di rassicurare il più possibile gli americani all’ascolto:”Ho sentito parlare che siamo sull’orlo di una guerra nucleare”, ha detto Pompeo, “non ho visto nessun rapporto di intelligence che indicasse che siamo in quel posto oggi”. Il capo della CIA, però, non ha negato l’evidenza e alla domanda su quanto la Corea del Nord sia vicina a sviluppare un’arma nucleare in grado di colpire gli Stati Uniti, ha detto:”Sono più vicini”. (agg. di Dario D’Angelo)



GUAM SI PREPARA ALL’ATTACCO

Venti di Terza Guerra Mondiale stanno investendo soprattutto USA e Corea del Nord, protagoniste di un’escalation di minacce che potrebbero presto tramutarsi in un conflitto nucleare. In questo senso saranno decisive le prossime 48/72 ore: il generale Kim Rak Gyom, comandante della Forza Strategica dell’Esercito del Popolo Coreano, qualche giorno fa aveva annunciato per la metà di agosto il lancio di quattro Hwasong-12, missili balistici a raggio intermedio verso l’isola di Guam, appartenente al territorio USA. E proprio a Guam ci si prepara alla minaccia missilistica senza cercare di sprofondare nel panico, ma con la consapevolezza che da un momento all’altro Kim Jong-un potrebbe decidere di colpire. Come riportato dalla CNN, in un avviso diramato dal Guam’s Joint Information Center, i cittadini sono stati invitati a non guardare in direzione della palla di fuoco che potrebbe solcare i cieli in caso di attacco perché c’è la possibilità che possa rendere ciechi. Nell’eventualità di un attacco ai residenti di Guam è stato consigliato di stendersi per terra e di coprirsi la testa. Se l’esplosione avverrà ad una certa distanza, potrebbero essere trascorrere circa 30 secondi prima di essere colpiti dall’onda d’urto dell’esplosione. George Charfauros, consigliere della Sicurezza Nazionale di Guam, ha detto che dovrebbero passare 14 minuti prima che la testata nucleare lanciata dalla Corea del Nord raggiunga l’isola. In quel lasso di tempo le speranze di sopravvivenza della popolazione poggerebbero tutte sul sistema di difesa antimissile THAAD, che tenterà di intercettare il vettore colpendolo a sua volta: un’impresa per niente scontata.



ANGELINO ALFANO SUI RAPPORTI COREA DEL NORD-USA

Il rischio di una sempre più vicina terza guerra mondiale è stato discusso anche dai politici italiani, che si interrogano sul futuro di Corea del Nord e Usa, sempre più intenzionati a fare sul serio ed a mettere in pratica le minacce non più velate e reciproche. “L’impressione è che i margini di manovra si stiano assottigliando progressivamente: c’è una escalation verbale che può produrre risultati imprevedibili”: a pronunciare queste parole, come rivela askanews.it, è stato il ministro degli Esteri nostrano, Angelino Alfano, il quale ha fatto il punto della situazione prevedendo un vicino conflitto armato tra le due potenze. Il titola della Farnesina, intervenendo al quotidiano La Stampa ha voluto ricordare come in consiglio di sicurezza dell’Onu il nostro Paese abbia contribuito, all’unanimità con gli altri Paesi (inclusi Russia e Cina) a “inasprire le sanzioni contro Pyongyang per evitare conseguenze catastrofiche”. Questo però, pare abbia scatenato l’ira di Kim Jong-Un, il quale avrebbe annunciato un Ferragosto di fuoco e non solo sul piano delle temperature. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL GIAPPONE PRONTO IN CASO DI ATTACCO ALL’ISOLA DI GUAM

Entro la metà di agosto, Kim ha annunciato un attacco all’isola di Guam. Mentre gli Usa hanno già fatto sapere di non temere alcun intervento armato da parte della Corea del Nord, smentendo segnali di un’imminente attività da parte dell’esercito di Pyongyang, il Giappone ha comunque deciso di correre ai ripari. Per tale ragione, come fa sapere Repubblica.it, ha finito di installare il proprio sistema di difesa antimissilistico che eventualmente utilizzerà nel caso in cui la Corea del Nord decidesse di mettere in atto la minaccia di lanciare i suoi missili in direzione dell’isola americana di Guam, sorvolando così i cieli nipponici. Stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa Kyodo, la controffensiva è massiccia, caratterizzata cioè dal sistema Patriot Advanced Capability-3 (PAC-3), messo in atto nelle prefetture di Shimane, Hiroshima, Kochi, e Ehime. Grazie all’impiego di un cacciatorpediniere nel mar del Giappone armato con tecnologie Aegis, sarà possibile intercettare per tempo radar e vettori. In vista di possibili conseguenze per il Giappone, scaturite dalla sete di vendetta della Corea del Nord nei confronti degli Usa, il premier nipponico ha già fatto sapere: “Farò di tutto, al meglio delle mie abilità, per proteggere la sicurezza e i beni del popolo nipponico”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

IL NORD COREA RISCHIA IL COLLASSO ECONOMICO?

Oggi che lo scontro tra Usa e Corea del Nord si è fatto ormai palpabile al punto da non poter più escludere lo scoppio di una terza guerra mondiale, resta alto l’interrogativo sugli intenti reali di Kim Jong-Un, a capo di Pyongyang. Alla luce dei toni roventi che si sono sollevati negli ultimi tempi, l’amministrazione Usa ha tentato di fare un passo indietro, prima con l’intervento del segretario di Stato, Rex Tillerson, poi di quello alla Difesa, James Mattis entrambi intenti a cercare una soluzione negoziabile con Kim, in carica da ormai sei anni. I suoi storici alleati hanno deciso di prendere le distanze e così la Corea del Nord si ritrova a fronteggiare un clima tutt’altro che pacifico, senza tuttavia che se ne comprenda realmente le intenzioni del proprio leader. Il giovane dittatore nordcoreano, infatti, non ha mai esplicitato i suoi intenti, limitandosi a lanciare minacce senza però decidersi ad incontrare alcun leader straniero o ad uscire dal suo Paese. Un atteggiamento opposto a quello del padre. A differenza di quest’ultimo, infatti, il successore non ha alcuna intenzione di negoziare con l’estero i propri programmi nucleari. Se è vero che sotto il suo regime l’economia del Paese sembra essere lievemente migliorata è altrettanto vero che ora la Corea del Nord potrebbe rischiare il collasso anche alla luce delle sanzioni imposte dall’Onu ed alle quali ha aderito anche Pechino, bloccando le importazioni di carbone. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

PYONGYANG, DURO ATTACCO A TRUMP

Non solo gli intenti ma anche i toni tra le potenze coinvolte sembrano ormai volgere sempre di più verso una risoluzione bellica, con Trump che minaccia di essere pronto a colpire Pyongyang in caso di comportamento incauto e quest’ultimo che continua a lanciare tramite il leader Kim Jong-Un avvertimenti altrettanto preoccupanti. Secondo quanto riportato da Agenpress.it, l’ultima minaccia nordcoreana sarebbe giunta proprio dal presidente Kim e affidata all’agenzia ufficiale del Paese, la KCNA. “Il presidente Donald Trump ci sta portando sull’orlo di una guerra nucleare, vi spazzeremo via vi cancelleremo dalla faccia della terra”, ha tuonato Kim, pronto più che mai ad intervenire. Al centro del suo attacco proprio il presidente Usa, ritenuto il responsabile di tale crisi in atto: “Il comportamento isterico e imprudente di Trump potrebbe ridurre gli Usa in cenere in ogni momento”, ha aggiunto. Ad alimentare il timore di una imminente terza guerra mondiale è la presunta preparazione in corso del regime di Pyongyang in riferimento ad un nuovo test di missili balistici lanciati da un sottomarino e che andrebbe ad aggravare ulteriormente la minaccia della Corea del Nord poiché permetterebbe al suo regime di agire anche al di là delle proprie basi terrestri disponendo di una ulteriore capacità offensiva secondaria. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

COREA DEL NORD PRONTA ALL’AZIONE

Il rischio che si possa presto passare dalle parole ai fatti, nell’ambito dello scontro a suon di provocazioni e minacce in corso tra Washington e Pyongyang si fa sempre più concreto. Gli analisti temono sempre di più nello scoppio di un terzo conflitto mondiale e questa è la paura che riguarda non solo le parti coinvolte ma anche le cancellerie di tutto il mondo ed i mercati. Sul piano concreto, secondo alcune immagini satellitari diffuse dal sito specializzato “38 North” pare che la Corea del Nord sia pronta a realizzare un nuovo test, questa volta lanciando missili balistici da un sottomarino. Stando alle rivelazioni degli analisti, Kim Jong-un avrebbe sviluppato una versione avanzata del proprio missile balistico mare-terra Pukguksong-1, che già aveva avuto modo di sperimentare – con risultati soddisfacenti – nell’agosto di un anno fa ed avente una gittata di almeno 500 chilometri. Ma in caso di attacco da parte degli Usa, le minacce non vedrebbero solo la presenza di armi sofisticate in grado di far tremare Washington e non solo, ma anche un vasto esercito di oltre 3 milioni di volontari pronti a combattere. Stando alle ultime news del giornale ufficiale Rodong Sinmun, in migliaia avrebbero manifestato l’intenzione di arruolarsi nell’Armata del Popolo, a maggior ragione dopo le nuove condanne del regime di Pyongyang che hanno fatto seguito alle severe sanzioni imposte dall’Onu al Nord Corea. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

GLI USA MINACCIANO LA COREA DEL NORD

Terza guerra mondiale ormai vicina? Nemmeno l’intervento della Cina è servito ad abbassare la tensione tra Usa e Corea del Nord. Ieri c’è stato infatti un colloquio telefonico tra Xi Jinping e Donald Trump, con il primo che ha invitato l’altro a riportare la situazione entro i giusti parametri. Chi teme lo scoppio della Terza guerra mondiale auspicava che l’inserimento cinese avrebbe sortito l’effetto sperato, invece non accenna ad allentarsi l’alta tensione tra Washington e Pyongyang. Il numero uno della Casa Bianca ha ribadito che è pronto a intraprendere, se necessario, «misure militari» contro la Corea del Nord. Lo ha riferito al presidente francese Emmanuel Macron, con il quale ha avuto una conversazione telefonica. «Gli Stati uniti con i loro alleati sono pronti a mettere in campo – recita il comunicato della Casa Bianca – una gamma completa di misure diplomatiche, economiche e militari» per porre fine alla minaccia nucleare nordcoreana. «I presidenti Trump e Macron si sono impegnati a lavorare assieme, con i loro alleati, per applicare le sanzioni delle Nazioni unite e arrivare alla denuclearizzazione della Corea del Nord».

TRUMP APRIRÀ INCHIESTA SULLA CINA?

Nel mirino degli Stati Uniti non c’è solo la Corea del Nord, ma anche il suo principale alleato: la Cina. Il presidente americano Donald Trump starebbe pensando infatti di avviare un’indagine contro Pechino, sfruttando l’articolo 301 del Trade Act 1974. L’indiscrezione è stata svelata da Politico, che ha citato fonti della Casa Bianca. Gli Usa sospettano la Cina di violazione del diritto di proprietà intellettuale e trasferimento di tecnologia. L’apertura di un’inchiesta non comporterebbe l’imposizione immediata di sanzioni contro Pechino, del resto Washington sta pensando invece all’imposizione di barriere commerciali e ciò potrebbe portare ad un aumento dei dazi per i prodotti cinesi. Anche il New York Times ad inizio mese aveva annunciato l’intenzione degli Stati Uniti di imporre barriere commerciali alla Cina, ma in questo caso a causa della passività della Cina di fronte al problema nucleare della Corea del Nord. In questo modo verrebbe abbandonato il piano di consolidamento della cooperazione con i cinesi.