Continuano le proteste in Venezuela, dove il clima politico è a dir poco incandescente. L’opposizione ha fatto sapere che si sta andando verso «uno scenario molto probabile di scontro violento» a Caracas. Nel frattempo gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di destituire Nicolas Maduro: il segretario di Stato Usa Rex Tillerson ha minacciato la rimozione del presidente venezuelano, se non deciderà di lasciare di sua spontanea volontà. «Stiamo esaminando tutte le nostre opzioni politiche per creare un cambio di condizioni. Maduro può decidere che non ha un futuro e vuole andarsene di sua spontanea volontà o possiamo riportare noi i procedimenti governativi alla loro costituzione», ha dichiarato Tillerson. Una minaccia che ha il sapore del golpe. E che ci riporta alla memoria la frase di Obama del 2005 su Chavez: «Noi stiamo al fianco dei cittadini il cui esercizio della piena democrazia sia in pericolo, come nel caso dei venezuelani». (agg. di Silvana Palazzo)
VENEZUELA, SALE LA TENSIONE: ULTIME NOTIZIE
ARRESTO LOPEZ, REPRESSIONE DI MADURO ERA ATTESA
Mentre la Comunità Internazionale continua il tentativo di “moral suasion” nei confronti del presidente Maduro, il Venezuela scopre un altro retroscena riguardo l’arresto di uno dei principali leader dell’opposizione avvenuta ieri, Leopoldo Lopez. Insieme ad Antonio Ledezma, anche lui arrestato e membro del fronte anti-Maduro, sapevano bene che a breve sarebbero stati arrestati visto che erano consci delle repressione del governo come ultimo passo dopo le elezioni della Costituente (di cui tra l’altro sono inseriti la moglie e il figlio di Nicolas Maduro, ndr). «Se in questo momento state guardando questo video è perché mi hanno di nuovo rinchiuso in carcere illegalmente e ingiustamente», esordisce Lopez nel video registrato quando ancora era in libertà, ma sapeva bene che a breve sarebbe stato ingiustamente incarcerato. «Questo è il Venezuela, siamo milioni a essere oppressi. Abbiamo deciso insieme di lottare e correre questo rischio. Un’altra ragione per me per lottare per il Venezuela», spiega mostrando la moglie e annunciando la nascita a breve di un figlio. Una tragedia nella tragedia, con la libertà del popolo venezuelano che ormai è ridotta al nulla. (agg. di Niccolò Magnani)
TRUMP VS MADURO, “RILASCI I PRIGIONIERI”
Gli Stati Uniti scendono in campo per condannare «le azioni della dittatura di Maduro»: Donald Trump ha pubblicato un duro comunicato in seguito all’arresto dei leader dell’opposizione, Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma. «Sono prigionieri politici detenuti illegalmente dal regime», afferma il presidente americano. Inoltre, ritiene Maduro «personalmente responsabile per la salute e la sicurezza di Lopez, Ledezma e degli altri arrestati». Quindi ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato «di tutti i prigionieri». Intanto l’opposizione venezuelana ha deciso di rinviare a domani la manifestazione prevista per oggi, in modo tale che coincida con l’insediamento della nuova Assemblea costituente voluta da Maduro. Freddy Guevara, uno dei leader dell’opposizione, ha annunciato su Twitter: «Attenzione! La marcia contro la frode costituente si svolgerà giovedì, giorno in cui la dittatura ha intenzione di “installare” la frode». (agg. di Silvana Palazzo)
ARRESTATI LEADER DELL’OPPOSIZIONE
Continua ad essere estremamente grave la situazione in Venezuela, con il referendum pro-Maduro che ha portato, nel contorno della situazione di grave instabilità politica a Caracas, all’arresto di due membri di primo piano dell’opposizione. D’altronde l’organismo della Costituente, voluto dal referendum, è stato istituito proprio per prendere misure contro membri del Parlamento sospettati di portare avanti attività sgradite al governo. E Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma, quest’ultimo già Sindaco di Caracas, sono stati prelevati durante la notte e portati in località ignote, nonostante si trovassero già agli arresti domiciliari. Fonti governative hanno parlato di atto necessario perché, approfittando del momento di confusione nel paese, Lopez e Ledezma stavano progettando la fuga dal regime degli arresti domiciliari, ma i legali dei due oppositori hanno parlato di nuovo arresto assolutamente arbitrario, senza che ci fossero nuovi elementi a giustificarlo.
LE REAZIONI
Juan Carlos Gutierrez, legame di Leopoldo Lopez, ha affermato come il suo assistito sia stato riportato presso il carcere militare di Ramo Verde, che aveva lasciato da neanche un mese per passare al regime degli arresti domiciliari. Il Governo di Maduro ha invece sottolineato come Lopez e Ledezma abbiano violato le restrizioni che avevano accordato per passare dal carcere agli arresti domiciliari, esortando il popolo alla rivolta attraverso i social network e soprattutto cercando di influenzare con le loro dichiarazioni le sorti del referendum sulla Costituente, che a loro avviso avrebbe svuotato il Parlamento di ogni funzionalità, consegnando un potere totalmente arbitrario nelle mani di Maduro. Una situazione complessa che ha visto levarsi diverse voci in favore del ripristino della democrazia in Venezuela, fra le quali quella dell’Italia, col Premier Gentiloni che in un tweet ha dichiarato: “Arresto dei leader opposizione inaccettabile. Italia impegnata contro rischio dittatura e guerra civile.”