TERZA GUERRA MONDIALE. “La corda che Kim jong-un sta tirando ormai da mesi rischia di spezzarsi” dice il generale Carlo Jean a ilsussidiario.net. Il lancio del missile che ha violato lo spazio aereo del Giappone, missile che peraltro è in grado di trasportare una testata nucleare, ha portato la tensione ha un livello mai raggiunto in questo anno in cui Pyongyang ha effettuato ben tredici lanci di missili. “A questo punto non sappiamo più che livello di lucidità ha il dittatore nordcoreano” ha aggiunto “ma è un dato di fatto che le sue provocazioni potrebbero ottenere il risultato da lui cercato”. Ecco di cosa si tratta secondo Jean.



Generale, il nuovo missile lanciato dalla Corea del Nord porta lo scenario di guerra ai limiti estremi: davvero non ci si aspettava si arrivasse a tanto?

Sicuramente se Cina e Russia avessero fatto pressioni realmente pesanti sulla Corea del Nord non saremmo arrivati a questo punto. La Cina in particolare ha in mano le chiavi dei viveri e dei carburanti che permettono a Pyongyang di sopravvivere. Intanto Trump sta perdendo credibilità perché continua a minacciare e non fa nulla di concreto.



Ha detto però che tutte le opzioni sono adesso sul tavolo, inclusa la guerra. Non è abbastanza?

Non è la prima volta che lo dice. Qualche mese fa gli americani avevano detto che i piani per un attacco preventivo erano a buon punto. Siamo davanti alla classica minaccia di chi grida al lupo al lupo e quando il lupo arriva non ti crede più nessuno.

Il missile lanciato sopra il Giappone aveva lo scopo di tirare dentro quel paese o è la solita provocazione verso gli Usa?

Oltre al Giappone, direi che è stata una minaccia a Cina e Russia che hanno votato le nuove sanzioni contro la Corea del Nord. Ormai siamo davanti a una sfida lanciata contemporaneamente a Cina, Russia, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti. E’ davvero difficile interpretare il pensiero di Kim Jong-un, se sta giocando a un gioco che segua un minimo di razionalità.



In che senso?

O ha bisogno di mostrare i muscoli all’esterno per tenere ferma la situazione interna, o è pazzia pura e semplice.

Forse nel suo gioco c’è la certezza che la Cina in caso di guerra lo aiuterà.

Questo è tutto da vedere. Studi fatti dall’Università di Pechino dicono che se la Corea del Nord subisse un attacco preventivo, allora la Cina si muoverebbe in suo aiuto, ma se a attaccare per primi fossero i nordocreani, la Cina non muoverebbe un dito in loro soccorso. Il che ci porta a pensare che davvero Kim Jong-un stia provocando per ottenere un attacco preventivo in modo da avere il sostegno di Pechino.

Il viceministro russo ha detto che l’opzione delle sanzioni è ormai esaurita: l’attacco preventivo è dunque prossimo?

La Russia ha bisogno di migliorare i rapporti con gli Usa perché la sua economia è a pezzi e Putin perde consensi, hanno necessità di trovare un accordo. Non per niente dopo il lancio di questo missile la Russia ha fatto decollare i suoi bombardieri da Vladivostok che hanno volato sul mar del Giappone poco distante dalla costa della Nord Corea.

Il missile di ieri è in grado di portare una testata atomica. Se proviamo a immaginare lo scenario di un attacco preventivo, che cosa otteniamo?

In caso di attacco la Corea del Nord giocherà il tutto per tutto facendo partire qualche testata nucleare. Secondo alcuni ne ha una sessantina, secondo altri una decina. La Sud Corea ovviamente subirebbe i danni peggiori perché Seul è a una cinquantina di chilometri dal confine e oltre che dalle testate nucleari subirebbe anche l’attacco dell’artiglieria convenzionale che è molto potente. L’artiglieria nordcoreana se non viene distrutta immediatamente, se cioè ci vorranno più di due o tre giorni, farà danni enormi su Seul.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu che nuove misure potrà prendere?

Ci sarà la solita condanna di rito, ma il discorso delle sanzioni è affidato agli Usa. Hanno già sanzionato alcune imprese russe che commerciano con la Nord Corea. Inoltre non sappiamo se i motori dei missili sono fatti dai russi o dagli ucraini, entrambi i paesi hanno un’industria bellica che ha disperato bisogno di lavorare. E’ tutto un grave e pericoloso intreccio internazionale.