La fine di un mito, l’inizio di un’indagine? Sembra proprio così. La nave Juventa della Ong Jugend Rettet è stata fermata al largo di Lampedusa, per ordine della Procura di Trapani. Nave sequestrata, ovviamente.
Per chi voglia cimentarsi con il background di questa neonata Ong, ecco il sito.
Il Corriere della Sera produce qualche interessante documento, incluso un filmato, che aiuta a capire di cosa stiamo parlando: la connivenza tra le Ong e i trafficanti di vite umane, come ultimamente sia Papa Francesco che il presidente Mattarella stanno definendo questa categoria di “galantuomini” in piena attività da alcuni anni, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Oggi ci sono anche i primi elementi per confermare l’ipotesi, non più di scuola, del legame tra alcune Ong e gli scafisti, fin troppo noti ormai. “Alcune Ong”, val la pena ribadire; non si tratta di generalizzare, proprio per non offrire l’occasione di reazione pavloviana a una certa stampa, con le solite parole d’ordine pronte all’uso. Una stampa e certi media che la stanno buttando in caciara, col solito carico di vittimizzazione del cosiddetto “capro espiatorio”, loro dicono, leggasi alla voce “Ong”, appunto. Né ridere, né piangere, ma comprendere, come richiamava un certo Spinoza.
Le chiacchiere stanno a zero, in realtà. Domandiamoci, infatti: perché alcune Ong si sentono così lese nella maestà e nella dignità di eserciti della salvezza del Mediterraneo, in servizio effettivo permanente, al punto da non firmare il protocollo del Governo? Di proiezioni si vive e si muore, soprattutto con le proiezioni sui maxischermi della coscienza non così pulita si appalesa la responsabilità o, comunque, la doppiezza di certi comportamenti. Se l’etica dei buoni o “il potere dei più buoni”, per dirla con Gaber, valgono sempre, perché non dovrebbe valere ciò che garantisce proprio ai più “buoni”, grazie alla firma di un accordo col Governo del Paese direttamente responsabile della difesa del territorio e delle coste, di operare al meglio e nella più ampia trasparenza?
Forse non firmare, con la scusa della lesa maestà e della perduta verginità morale in materia di soccorsi, facilita il rapporto con certi scafisti: perché non dovrebbe essere lecito e ragionevole pensare ciò?
Al di là della mitografia su questa Ong di ragazzi tedeschi, che con spirito postmoderno e millennial, hanno raccattato alcune centinaia di migliaia di euro per poi partire alla volta del Mediterraneo, missione salvezza migranti, con aiutino scafisti, così pare, almeno, salvo riscontri contrari a questa evidenza, qui il nodo è diventato caldo e il Governo sta cominciando a fare sul serio. A spingerlo è stato il malcontento popolare, nonché qualche risultato elettorale non particolarmente brillante, per il Pd, d’accordo, ma i fatti dicono ora che chi si mette contro il Governo si mette contro l’Italia che non accetta più prevaricazioni legittimate da pelose considerazioni. Considerazioni che i fatti si stanno incaricando di smontare, una ad una.
Il Mediterraneo è casa nostra, Mare Nostrum, e chi lo attraversa, senza autorizzazioni, deve sapere che sta cercando guai: ecco il messaggio. Ciò, a mio avviso, deve arrivare fino al blocco navale, che prima arriva, meglio è. Con il corollario ultimo dei respingimenti, per chiudere la partita strategica. Ma certo è che attualmente il Governo sta facendo almeno le prove tecniche per dare segnali di vita su questa materia e nella direzione giusta.
Ciò aiuta, e non poco, come Save the Children ha ben compreso, proprio le Ong che vogliano lavorare alla luce del sole. In questa torrida ed eccezionalmente assolata estate avremmo bisogno di zone d’ombra, sì, ma non di provenienza giovanilistico-avventuristica e tedesca. Berlino non vale una Messa.