La Russia, gli Stati Uniti ma anche l’Europa si vede coinvolta, indirettamente, nelle sanzioni decise dal Congresso Usa e firmate con riluttanza dal presidente Trump. Gli accordi commerciali e le possibili difficoltà che potrebbe incontrare le aziende Ue per le sanzioni costretta a subire la Russia di Putina, hanno messo sul “chi va là” Bruxelles già da molte settimane. Oggi è intervenuto anche il diplomatico e rappresentante permanente della Russia in Unione Europea, Vladimir Chizhov, ricordando all’Europa come le sanzioni non siano una soluzione felice neanche per Bruxelles: «Questa… storia, credo — ha detto Chizhov, riporta Sputnik News —, dovrebbe ancora far sì che l’Unione europea ei suoi Stati membri, e l’opinione pubblica, riflettano su ciò che porta l’uso sconsiderato di strumenti sanzionatorie». (agg. di Niccolò Magnani)



TERZA GUERRA MONDIALE, USA VS RUSSIA E COREA DEL NORD

COREA DEL NORD: SANZIONI STIMOLO PER PROGRAMMA NUCLEARE

Le sanzioni degli Stati Uniti contro la Corea del Nord non rappresentano un deterrente, bensì uno stimolo allo sviluppo del programma nucleare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri nordcoreano, che ha pubblicato un messaggio in risposta alla decisione di Washington di adottare la legge sulle sanzioni contro Pyongyang. Il clima da Terza guerra mondiale imminente si surriscalda. «Non è altro che l’ultimo degli sforzi di chi è spaventato dalla rapidità dello sviluppo della nostra forza nucleare. Le sanzioni hanno rafforzato lo spirito incrollabile del nostro esercito e del popolo che si sono stretti attorno al nostro leader, e hanno aumentato anche il potenziale difensivo della Corea del Nord», recita il messaggio riportato da Sputnik news. La nota fa riferimento alla firma di mercoledì scorso di Donald Trump alla legge sulle nuove sanzioni contro Russia, Corea del Nord e Cina. Stando a quanto riportato dall’agenzia Reuters, gli Stati Uniti a breve potrebbero promuovere ulteriori azioni contro Pyongyang coinvolgendo i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. (agg. di Silvana Palazzo)



MINISTRI ESTERI USA E RUSSIA A COLLOQUIO

Nella paradossalità dei rapporti tra le due massime potenze mondiali, Trump e Putin che personalmente sembrano “prendersi” molto di più di quanto poi a livello diplomatico dimostrano o lasciano dimostrare al Congresso Usa, a Medvedev e agli protagonisti dei complessi rapporti tra Usa e Russia. Dunque lo spazio di “ricucire” dopo le nuove sanzioni degli Stati Uniti a Mosca è abbastanza reale, anche comunque non facile. In questo senso va l’incontro fissato tra il 6 e l’8 agosto a Manila, Filippine, tra i due ministri degli Esteri Rex Tillerson e Sergey Lavrov. L’occasione è offerta dal Forum Asean ma la possibilità di un nuovo accordo e discussione tra i due diplomatici è certa. «Hanno concordato di discutere tra le altre cose la situazione dei rapporti» tra i due paesi», spiegano dalle diplomazie dei due Super Paesi. Sul tavolo anche il forte rischio di una guerra mondiale con in mezzo la Corea del Nord come miccia scatenante. (agg. di Niccolò Magnani)



CINA “DIFENDE” LA COREA DEL NORD

L’attuale situazione nella penisola coreana desta particolare preoccupazione. Le tensioni sono crescenti e lo scenario è da Terza guerra mondiale all’orizzonte, ma la Cina auspica che tutte le parti in gioco riescano a formulare un piano radicale per spazzare via le preoccupazioni in tema di sicurezza attraverso un dialogo paritario. Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che auspica la realizzazione della denuclearizzazione della Penisola. Ieri il ministero degli Esteri cinese a Bejing ha affermato che proprio la sicurezza è il nocciolo della questione della penisola coreana. Nessun cambiamento di prospettiva da parte della Cina: la sua posizione sulla questione nucleare della penisola coreana resta stabile. Wang Yi, come riportato da China Radio International, ha spiegato che la Cina si oppone al nuovo lancio del missile balistico da parte della Corea del Nord, che peraltro viola nuovamente la risoluzione dell’Onu, e al tempo stesso invita tutte le parti a non intraprendere ulteriori azioni che possano aumentare le tensioni. (agg. di Silvana Palazzo)

TENSIONE IN SIRIA TRA USA E RUSSIA

Clima da Terza Guerra Mondiale in fase di sviluppo su più fronti. Se il mondo resta col fiato sospeso per la situazione in Corea del Nord, con i rapporti con gli Stati Uniti ormai arrivati ai minimi termini dopo l’ultimo test missilistico di Pyongyang, anche in Siria i rapporti di collaborazione tra Usa e Russia non stanno prendendo la piega sperata. Questo perché gli americani hanno di fatto negato la possibilità di cedere nessuna delle loro basi militari in territorio siriano alla Russia. Un recente incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin aveva lasciato presagire come, in nome della lotta all’Isis, gli Stati Uniti potessero compiere dei passi indietro in favore dell’avanzata russa nel territorio. Uno di questi passi era proprio la cessione della base di Al-Tanf all’esercito russo, ma la prospettiva è stata drasticamente negata dai portavoce americani delle forze attive nella zona del Sud della Siria.

GLI USA NON CEDERANNO BASE ALLA RUSSIA

“Queste notizie sono prive di fondamento. La zona di al-Tanf controllata dalla Coalizione rimane un settore importante in cui le forze speciali addestrano i gruppi dell’opposizione siriana, tra cui “Magavir Al-Thawra”, in modo che possano combattere l’ISIS nella zona di confine tra Giordania e Iraq”, con questo comunicato le forze statunitensi hanno dunque di fatto negato la possibilità di cedere una delle basi strategicamente più importanti in Siria al controllo della Russia. Mosca però dal canto suo non sembra convinta di questa chiusura, temendo che gli Usa vogliano esponenzialmente aumentare la loro presenza militare nel Sud della Siria, ritrovandosi così anche a violare gli accordi di diritto internazionale che erano stati precedentemente stabiliti. Un potenziale focolaio di tensione, dunque, se si considera come i russi dal canto loro ritengano le azioni americane in Siria non legittime, poiché non pianificate con Damasco che ritiene ufficialmente alleata solo la Russia per la lotta al terrorismo dell’Isis.