Per Nicolas Maduro è un “attacco terroristico”, ma gli autori dell’assalto a una base militare a Valencia parlano di rivoluzione per “ristabilire l’ordine costituzionale”. Le espressioni sono diverse, ma la sostanza è una sola: è in atto una rivolta in Venezuela. Un gruppo di militari – Brigata 41 Blindada di Valencia – ha deciso di ribellarsi al regime, ma l’ammutinamento è durato poco, perché l’insurrezione sarebbe fallita per l’intervento immediato delle forze militari. Lo ha annunciato il vice di Maduro, Diosdado Cabello. L’attacco è avvenuto non lontano da Caracas, cioè a Forte Paramaracay a Valencia. L’operazione era stata annunciata con un video di Juan Caguaripano, capitano della Guardia Nazionale e comandante dei militari ribelli. Al suo fianco una ventina di ufficiali, ma molti di loro sono stati già arrestati. Non è ancora chiaro se ci sia anche Caguaripano tra gli arrestati. Comunque non è nuovo ad azioni anti-Maduro: nel 2014 provò a rovesciare il regime chavista, almeno stando all’ordine di cattura disposto nei suoi confronti. Così sparì nel nulla, fino a stamattina. (agg. di Silvana Palazzo)
RIVOLUZIONE IN VENEZUELA: LE ULTIME NOTIZIE
PROCURA, RIMOSSA ORTEGA: PER WASHINGTON AZIONE “ILLEGALE”
Per la procuratrice generale venezuelana Luisa Ortega Diaz, quello accaduto in seguito alla rimozione del suo ruolo da parte della Costituente è un vero e proprio golpe. Una denuncia durissima che sta ora rimbalzando sui media di tutto il mondo. Al suo posto, l’Assemblea nazionale costituente del Venezuela ha affidato provvisoriamente il compito al difensore civico Tarek William Saab in qualità di nuovo procuratore generale. Come rivela RaiNew.it, nel corso della sessione della Costituente Diosdado Cabello ha giustificato questo cambio necessario spiegando: “Non può restare vacante perché si creerebbe un problema che già avevamo con l’inazione della procura”. Saab, che si autodefinisce chavista, già ricopre il ruolo di difensore pubblico ed ora disporrà di poteri di emergenza per riformare la Procura. Come riporta Repubblica.it, il figlio del sostituto di Ortega Diaz, definito il “difensore del popolo”, aveva preso parte alle proteste degli studenti ed aveva scritto una lettera pubblica al padre pregandolo di intervenire contro la polizia che si era scagliata contro i suoi compagni. Dopo la rimozione del pm Ortega, Washington ha condannato duramente l’azione della Costituente considerandola “illegale”, ma Maduro ha ignorato la protesta. Oggi, intanto, il presidente del Parlamento venezuelano, Borges, ha annunciato che domani i deputati andranno nella sede assembleare a Caracas. Nonostante il periodo non semplice, ha aggiunto, “non ci demoralizzeremo, non dobbiamo pensare che questo Governo stia vincendo e la nazione è in piedi, ribelle”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GRAVI ACCUSE DELLA PM “RIBELLE”
Ad appena 24 ore dal suo insediamento, l’Assemblea Costituente in Venezuela ha deciso di rimuovere dal suo incarico la procuratrice generale Luisa Ortega Diaz. Ortega rappresenta una delle principali figure pubbliche in forte opposizione al regime di Nicolás Maduro e dopo la rimozione, al suo posto è stato nominato Tareck William Saab, già difensore pubblico. La procuratrice considerata una sovversiva a tutti gli effetti, in precedenza aveva denunciato il fatto che la sede dell’organismo che dirige fosse sotto assedio. Nella mattina di venerdì scorso, come riporta Corriere.it, circa trenta agenti della Guardia nazionale erano arrivati a bordo di due camionette davanti al palazzo della Procura sbarrandone l’ingresso ai dipendenti ed alla stessa Ortega. Secondo la procuratrice, gli stessi agenti le avrebbero impedito l’ingresso con la forza. “Sono stata spintonata, quasi aggredita”, ha riferito ai giornalisti. Poi le pesanti accuse: “Questa è una dittatura, ormai è evidente, hanno gettato la maschera”.
LE DENUNCE DELLA PM ANTI MADURO
Nonostante l’irruzione nel suo palazzo, la pm anti Maduro ha rivelato le sue intenzioni di “lottare per la libertà e la democrazia” del Venezuela. Il suo obiettivo sarà in particolare quello di denunciare quanto sta accadendo davanti agli organismi nazionali e non solo. E’ quanto annunciato dalla stessa procuratrice anche su Twitter. Ma quale sarebbe la ragione alla base della presa della Procura? La Ortega in merito avrebbe le idee piuttosto chiare: “occultare e far sparire le prove sulla violazione dei diritti umani e sullo scandalo Odebrecht”. Un chiaro riferimento a quanto avrebbe fatto l’azienda brasiliana nel corso delle ultime politiche, distribuendo contributi economici al chavismo ed al candidato dell’opposizione, Henrique Capriles. Dopo il denunciato assedio nel palazzo della Procura a Caracas, alla Ortega sarebbero stati bloccati anche i beni personali e per il momento non potrà lasciare il Venezuela. La stessa procuratrice ha fatto sapere in una nota ufficiale di respingere con forza la decisione presa dalla nuova Costituente asserendo in merito al suo “licenziamento”: “Nel Paese è in corso un golpe, combatterò fino all’ultimo respiro”. Maduro, nel suo primo discorso dopo il voto aveva definito la Ortega – nominata nel 2007 da Hugo Chavez – come uno dei “nemici da schiacciare”. Prima della sua rimozione, lo stesso aveva accusato la procura generale di essere complice della “ricolta armata” in atto dallo scorso primo aprile e che si affianca alle proteste contro il suo governo.