Dopo il referendum ora anche la legge dell’indipendenza della Catalogna: Madrid è impegnata più che mai a bloccare sul nascere il rinato e molto potente volere di scissione che Barcellona intende mettere sul campo con il referendum per il Sì/No alla legge approvata dal Parlamento catalano. Proprio quel provvedimento è passato sotto il giudizio della Corte Costituzionale spagnola che questa mattina ha emesso sentenza negativa bloccando di fatto la legge sulla “scissione” dalla Spagna. «La Consulta ha accolto il ricorso del governo di Madrid e ha sospeso in via cautelativa la cosiddetta ‘Ley de transitoriedad’ catalana, la legge approvata dal Parlamentino di Barcellona e che dovrebbe traghettare la Catalogna verso un nuovo ordinamento giuridico nel caso di vittoria del ‘Sì’ al referendum del primo ottobre», riporta l’Agi nelle cronache da Barcellona. Nello stesso plenum, la Corte spagnola ha intimato al governo catalano di impedire qualunque iniziativa che possa eludere la sospensione della legge transitoria. «La Corte ha chiesto al governo catalano di pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale catalana la sospensione della legge sul referendum che la stessa Corte aveva deciso giovedì scorso». La sfida Barcellona-Madrid è più infiammata che mai, e questa volta i calcio non c’entra. (agg. di Niccolò Magnani)
CATALOGNA, “NOI IL REFERENDUM LO FACCIAMO”
Il presidente del Governo Catalano, Carles Puigdemont, ha dichiarato in maniera più che mai decisa alla stampa estera: “Il governo catalano è pronto a celebrare il referendum e il fatto che la consultazione non si faccia non è un’opzione sul tavolo. Mancano 20 giorni, siamo arrivati fino a qui superando molte difficoltà e supereremo quelle che verranno”. Parole forti che affondano le loro radici sul fatto che il corteo per l’indipendenza della Catalogna, andato in scena a Barcellona a partire dalle ore 17:14 (orario scelto simbolicamente poiché è nel 1714 che Barcellona fu costretta a cedere e la Catalogna a perdere la sua indipendenza contro le truppe del Re Filippo V) e che secondo fonti giornalistiche ha raccolto in strada più di mezzo milione di persone, è stato un autentico successo sotto ogni punto di vista. E’ stata dimenticata la paura per l’attentato alle Ramblas dello scorso agosto, e un vero torpedone umano ha chiesto a gran voce l’indipendenza della Catalogna.
IL 60% DEGLI SPAGNOLI CONTRARIO AL REFERENDUM
Il governo spagnolo di Mariano Rajoy si è già opposto in maniera molto decisa alla possibilità di un referendum, sottolineando come il compiuto del governo centrale sia quello di: “difendere lo stesso Parlamento della Catalogna come istituzione democratica autonoma, di fronte alla appropriazione che di esso pretendono di fare un gruppo di deputati, arrogandosi una legittimità e una competenza che manifestamente non possiedono.” Dunque l’iniziativa di Puigdemont viene considerata sostanzialmente illegittima, tanto che anche l’opinione pubblica in Spagna appare profondamente spaccata, anche se i favorevoli al referendum sono scesi al 40%, col 60% degli spagnoli che chiede anzi a gran voce che venga impedita alla Catalogna la possibilità di mettere in atto l’indipendenza e la scissione. La prova di forza della piazza vista a Barcellona potrebbe però mettere in grande difficoltà il Governo di Rajoy e rappresentare un punto di non ritorno nella spaccatura tra la Catalogna e il Governo centrale.