Come abbiamo riiportato in più occasioni, in quasi tutti i paesi occidentali non si notano più da tempo quasi del tutto persone con la sindrome di Down. E come già spiegato in precedenti occasioni il motivo è semplice: grazie alle moderne tecnologie che permettono di vedere le condizioni del feto prima della nascita, quelli che mostrano i sintomi della sindrome di Down vengono abortiti. Impegnata nella campagna elettorale per le prossime elezioni tedesche, il cancelliere tedesco Angela Merkel, appartenente al partito Cristiano Democratico e cristiana praticante di fede luterana, ha dovuto confrontarsi, rimanendo visibilmente scossa, sull’argomento. La Merkel è dichiaratamente pro choice cioè per la libertà di abortire, ma curiosamente contraria ai matrimoni gay. Durante un dibattito televisivo, la Merkel si è trovata incalzata da una giovane 18enne con la sindrome di Down, che non ha avuto paura, anzi, a metterla davanti alla realtà.



Natalie Dedreux ha spiegato come le statistiche indichino che su 10 bambini Down che ci sono in Germania, nove non sono nati lì. Questo perché, ha aggiunto, qua vengono abortiti e un bambino con la sindrome di Down può essere abortito oltre i limiti di legge riconosciuti anche il giorno prima di nascere: “Perché é concesso fare questo? Non credo sia una scelta politica corretta, questo è un argomento importante per me”. Inchiodandola con l’ultima frase: “Io non voglio essere abortita, io voglio vivere in questo mondo”. La platea ha rilasciato uno scrosciante applauso mentre il cancelliere ha abbozzato un sorriso tentando di rispondere. C’è voluta una ragazza Down per mettere in crisi la donna considerata più potente al mondo. Ha spiegato di essere nata nell’allora Germania est dove non esisteva alcun sostegno per le famiglie con figli disabili, cose che invece nella moderna Germania esiste. “Il mio partito” ha aggiunto “si è battuto per anni chiedendo un referendum sull’aborto fuori dai tempi consentiti per legge”, ma, ha detto ancora “molti genitori abortiscono i figli Down perché non sono a conoscenza del sostegno economico che lo stato può dare”. Concludendo con “Ogni persona ha le potenzialità per fare qualcosa di buono per la società”. Ma la realtà rimane quella denunciata dalla ragazza Down.



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