Mohiussunnath Chowdhury, l’attentatore di Buckingham Palace, aveva in mente di attaccare la dimora di Windsor. Ma alla fine ha dovuto ripiegare su altro. Una storia che farebbe anche ridere se non fosse drammatica per gli effetti dell’attentato che la sera del 25 agosto scorso ha portato al ferimento di 3 agenti, prima di essere arrestato. Il fatto è che l’attentatore aveva impostato il navigatore della sua automobile per recarsi al “Windsor Castle”, per l’appunto il Castello di Windsor, ma il navigatore l’ha portato nel centro di Londra nei paraggi di un pub omonimo, nel quartiere di Campden Hill, chiamato appunto “Windsor Castle”. Mohiussunnath è un cittadino bengalese, di mestiere autista al lavoro per Uber. Non veniva considerato un soggetto a rischio di radicalizzazione, ma evidentemente qualcosa covava sotto le ceneri perché il giorno dell’attentato ha lasciato un drammatico messaggio alla sorella.



L’ATTENTATORE ORA RISCHIA L’ERGASTOLO

“Quando leggerai queste parole, inshallah, io sarò con Allah. Non piangere e sii forte. Lo shahid (ovvero il martire) porterà 70 membri della sua famiglia con sé in paradiso. Io ti poterò lì, inshallah” Dunque una decisione irrevocabile, con Mohiussunnath che è partito verso Windsor con la sua Toyota Prius senza calcolare il tiro mancino che gli avrebbe giocato il navigatore. Da lì, una volta ritrovatosi di fronte al pub “Windsor Castle”, la decisione non scagliarsi all’interno di un pub ma di cercare un obiettivo più clamoroso nelle vicinanze, ovvero Buckingham Palace. E così è andata, anche se al suo tentativo di afferrare una scimitarra i poliziotti, ormai pienamente in allerta dopo i numerosi casi terroristici, hanno agito rapidamente riuscendo ad bloccare l’attentatore. Tre agenti hanno riportato lievi ferite ma un attentato ben più sanguinoso è stato sventato, con Mohiussunnath che rischia ora di essere condannato all’ergastolo, visto quanto la legislazione britannica prevede pene dure per i terroristi.



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