TERZA GUERRA MONDIALE. Mentre l’attenzione del mondo è concentrata sulla sfida della Corea del Nord, improvvisamente sembra aprirsi un nuovo scenario di conflitto. Le dichiarazioni del solito Donald Trump sulla necessità di rivedere l’accordo 5+1 con cui Obama aveva ottenuto il blocco dello sviluppo nucleare iraniano hanno provocato immediatamente la reazione di Teheran, che ha testato con successo un nuovo missile balistico. Secondo il generale Carlo Jean intervistato da ilsussidiario.net, “quell’accordo riguardava solo il blocco della ricerca nucleare, non ha mai avuto niente a che fare con lo sviluppo dell’armamento militare iraniano, neppure missilistico”. Il problema, dice ancora Jean, è che “l’Iran si sta espandendo in modo minaccioso fino al Mediterraneo orientale, e questo preoccupa il blocco sunnita, in particolare Arabia Saudita e Turchia, e naturalmente Israele, da sempre nemico giurato dell’Iran”.
Il test missilistico iraniano significa che si sta aprendo un nuovo fronte conflittuale oltre a quello coreano?
Si è trattata sicuramente di una risposta politica a Trump. Si sapeva benissimo che l’Iran sviluppa le sue forze missilistiche da sempre, ormai è in possesso di missili a media gittata, in grado di coprire dai 3mila ai 4mila chilometri di volo.
Trump minaccia la rottura dell’accordo del 2015, anche la Francia sostiene che è da rivedere. Che peso ha questo accordo, ha garantito o no la distensione da quando è stato firmato?
L’accordo non ha assicurato un qualche tipo di distensione, ha assicurato per un periodo di tempo di 5 anni il blocco dello sviluppo del nucleare da parte di Teheran. Però non riguarda lo sviluppo missilistico militare, lo lascia completamente libero.
Ma cosa rappresenta oggi l’Iran per l’occidente? Un nemico? In fondo si deve a Teheran se l’Isis è stato sconfitto. Quanto conta la paura che Israele ha di questo paese?
Per Israele l’Iran è una minaccia anche perché l’Iran sostiene gli hezbollah ed è un paese in espansione. La cosiddetta mezzaluna sciita sta arrivando all’intero Medio oriente dall’Iraq al Mediterraneo. E’ un pericolo per Israele, ricordiamoci che l’Iran ha migliaia di missili puntati verso Tel Aviv, e anche se non se ne parla esplicitamente pure la Turchia vede l’Iran come una minaccia. Ecco perché cerca di trovare un bilanciamento allo sviluppo missilistico iraniano.
Iran che poi nello Yemen è impegnato in una guerra contro l’Arabia Saudita.
L’Iran è l’avversario principale dei sauditi che vogliono essere a capo del blocco sunnita contro gli sciiti. L’Iran ha sicuramente ottenuto notevoli successi, il principale dei quali il consolidamento di Assad in Siria. Un altro successo è che le milizie sciite irachene sono in gran parte guidate e armate dalla politica iraniana. Dunque anche l’Iraq è oggi nell’orbita iraniana.
Che tipo di tensione e di escalation potrebbe aprirsi?
L’Iran è un nanerottolo davanti alla potenza militare americana. Ma va detto che la politica iraniana è sostenuta dalla Russia, e Putin sta dando lezione di strategia globale al mondo. Nonostante la debolezza relativa della Russia, Putin è talmente attivo che sta ottenendo molti risultati.
Che quadro prevede?
Can che abbaia non morde. Siamo in gran parte a un livello virtuale. Il caso del Medio oriente è complesso non solo per il conflitto tra sciiti e sunniti, ma anche perché il blocco sunnita è molto diviso al suo interno, tra salafiti e fratelli musulmani.
Quindi?
Mentre l’Iran è uno stato unitario, gli altri paesi arabi non sono stati nazionali, ma tribali. Non possono difendersi da soli. La tribù al governo non può armare le altre tribù se no queste si impadroniscono del potere. Nonostante le spese militari enormi, l’Arabia non è in grado di organizzare una difesa autonoma.