LIPSIA, RISULTATI ELEZIONI GERMANIA — Le elezioni tedesche, come le possiamo riassumere verso le dieci di sera (si tratta ancora di proiezioni e non del voto definitivo), vedono il seguente risultato. L’Unione (Cdu/Csu) perde l’8,9% e giunge al 32,9% dei voti; fatto da non sopravvalutare, perché in altre elezioni si erano raggiunti risultati analoghi, tanto più in un tempo come il nostro in cui la problematica dei profughi ha davvero polarizzato anche il dibattito politico tedesco. L’Unione rimane la forza politica più forte, con la quale si deve governare e senza la quale non si può governare la Germania, come si è espressa in una prima presa di posizione l’attuale e con grande probabilità futura cancelliera tedesca, Angela Merkel.
La Spd perde il 5% dei voti ed arriva al risultato più debole della storia del partito dopo la seconda guerra mondiale: 20%. La terza forza politica nel parlamento tedesco sarà l’AfD con circa il 13% dei voti. I liberali (Fdp) di Christian Lindner sono i vincitori della serata perché ritornano nel parlamento tedesco con il 10,6%. I Grüne (Verdi) fanno un testa a testa con i Linke (la sinistra) giungendo ad una percentuale del 9,0%. Questi risultati confermano in parte il voto dei giovani della mia scuola. L’indicazione emergente era che i giovani volevano implicitamente un governo con la cancelliera, i verdi e liberali. Nel linguaggio politico tedesco si tratta di una coalizione Giamaica, per via dei colori della bandiera di questo paese.
I risultati di questa sera (ieri, ndr) confermano la perdita della Spd (anche se non in modo drastico come nel voto dei giovani), che ha deciso di non fare più una grande coalizione con l’Unione come ha detto chiaramente Martin Schulz nei suoi primi interventi nella serata: non vuole che l’opposizione sia fatta solo dall’AfD, ha argomentato.
I miei studenti non sono stati confermati invece nei voti presi dall’AfD. Un’analisi precisa non è ancora possibile ora, ma è chiaro che nell’est della Germania l’AfD ha preso più del 20% dei voti, diventando la seconda forza politica e il partito che forse in Sassonia ha la possibilità di fare concorrenza alla Cdu per il primo posto. Nel sud della Germania, la parte più ricca del paese, l’AfD ha raggiunto circa il 12%, sia in Baden-Württemberg che in Baviera; nel resto della Germania dell’ovest ha ottenuto invece i voti che aveva raggiunto nella votazione dei nostri scolari, circa il 6%. Per quanto riguarda questo partito è interessante notare che circa il 60% delle persone che hanno votato AfD — il dato emerge dalle interviste — lo hanno fatto per protesta contro gli altri partiti e non per convinzione o per adesione al programma del partito della destra tedesca.
Il risultato di Alternativa per la Germania viene preso sul serio da tutti i partiti. Non si vogliono fare compromessi con l’AfD per quanto riguarda la sua retorica iper-nazionalistica, ma si è decisi a prendere sul serio le paure delle persone, che in modo particolare nell’est del paese si sentono lasciate da sole con le loro ansie (mancanza di lavoro e di alloggio adeguato, perdita della propria identità, eccetera) a causa di un presunto o in parte reale privilegio della preoccupazione per profughi.
Nella “Berliner Runde”, una tavola rotonda con tutti i responsabili dei partiti vincenti che è appena terminata, un giornalista ha chiesto a Angela Merkel se sarà in grado di fare un governo con i liberali e i verdi entro Natale. La cancelliera ha detto che è fiduciosa di poterlo fare perché la responsabilità per il paese nelle sfide di questo mondo (rivoluzione digitale, situazione di conflitti gravi come quello della Nord Corea, eccetera) lo richiede. Una coalizione Giamaica non è facile, ma sembra che ci sia un accordo sul senso di responsabilità da avere verso il futuro del paese da parte di tutti e tre i partiti in causa.
Cosa dire della vittoria della AfD? In primo luogo che l’87% dei votanti non l’ha scelta e che quindi non dev’essere l’unica realtà politica con cui ci si debba confrontare. Il ministro degli Interni bavarese Herrmann ha ragione di ricordare le proporzioni della posta in gioco nel futuro parlamento tedesco. Di fatto la “Berliner Runde” già citata, se si eccettuano le dichiarazioni della cancelliera che è sempre molto concentrata sui problemi e non sulle polemiche, è stata uno scontro con questo nuovo partito, che usa un linguaggio da far venire i brividi. Il commento a caldo dopo le prime proiezioni di uno dei responsabili del partito, Alexander Gauland, è stato che è venuta l’ora di “cacciare” (jagen) la cancelliera e di riconquistare il popolo.
Non credo comunque che la storia si ripeta allo stesso modo. Credo che abbia piuttosto ragione Steve Bannon nel dire che se anche nell’attuale ora politica ci sono forze antisemite nella massa “identitaria” o “nazionalistica”, non sono determinanti. Il “nemico” che cerca di combattere l’AfD non è caratterizzato da una razza, ma da tutta una religione, di cui fanno parte uomini di diverse razze: l’islam, con il suo miliardo e mezzo di credenti.
La cancelliera non è riuscita a raggiungere i voti che voleva, ma con il suo stile orientato ai problemi da affrontare corrisponde, pur non avendo forse un grande carisma personale, a quel bisogno di sicurezza che sembra essere l’ultimo motivo del voto dei giovani tedeschi, che non amano per nulla un linguaggio radicale come quello usato da Alexander Gauland.