TERREMOTO MESSICO. Dopo il terribile terremoto che ha devastato nei giorni scorsi il Messico, sui social network messicani sono apparsi diversi post, soprattutto nello stato del Chiapas a maggioranza cristiana protestante, tra cui quello firmato da un pastore locale, che sostengono che il sisma è stato una punizione di Dio, “arrabbiato” con la Chiesa cattolica. Il terremoto dunque sarebbe la prova che Dio non vuole i cattolici e si esortano i credenti ad abbandonare la Chiesa romana. Come riporta oggi il sito Aleteia , è intervenuto il vescovo cattolico monsignor Arizmendi sul grave caso. Il prelato ha ricordato che oltre alle chiese cattoliche, sono crollate anche quelle protestanti e sono morte anche persone appartenenti a quella fede: “Siamo tutti peccatori, e chi dice di non esserlo commette due peccati gravi: la menzogna e l’orgoglio”.
Altri predicatori protestanti hanno poi diffuso la notizia che il terremoto sarebbe un segno dell’ormai prossima fine del mondo. Anche qui il vescovo è intervenuto dicendo che “Gli scienziati spiegano questo terremoto come il movimento brusco della placca tettonica chiamata de Cocos, sulle spiagge del Chiapas, che è parte della faglia che viene dalla California. È una cosa naturale, non un castigo divino”. Infine a chi si è chiesto dove fossero la Chiesa e i fedeli cattolici nei giorni dei soccorsi, ha accusato la televisione di stato di non aver fatto sapere dell’impegno dei cattolici: “Ho vissuto inondazioni e altri fenomeni, ed è la nostra gente della Chiesa la prima ad accorrere e ad aiutare, perché siamo in mezzo al popolo e arriviamo dove non arrivano né il Governo né la televisione”. Il vescovo ha anche invitato i fedeli a portare nelle proprie parrocchie generi di necessità per sostenere le popolazioni colpite dal sisma.