Secondo il ministro degli Esteri della Corea del Nord, gli Stati Uniti hanno fatto una dichiarazione di guerra esplicita a cui il suo paese risponderà. Si tratta di alcuni bombardieri americani che nei giorni scorsi si sono spinti al limite dello spazio aereo nordcoreano, senza invaderlo. Per l’ammiraglio Vincenzo Camporini queste dichiarazioni “sono del tutto fuori le righe e non hanno giustificazione dal punto di vista del diritto internazionale. Gli Stati Uniti hanno fatto un gesto di forza ma nella totale libertà del diritto internazionale”. Sempre secondo Camporini, va sottolineato invece il primo gesto concreto da parte della Cina che ha sospeso l’import da Pyongyang di ferro, carbone e frutti di mare: “un gesto che significa che Kim Jong-un non gode dell’appoggio cinese”.



Il ministro nordcoreano Ri Yong Ho ha detto che la carta delle Nazioni Unite sancisce il diritto all’autodifesa, dunque il suo paese può attaccare i jet americani anche se non sono all’interno dei confini. Cosa prevedono i protocolli in proposito?

Quella del ministro nordcoreano è una interpretazione molto ardita. Dal punto di vista del diritto internazionale c’è la possibilità di navigazione sia aerea che marina al di fuori delle spazio aereo territoriale e delle acque territoriali. Significa che a dodici miglia dal confine uno può fare quello che gli pare. Tale dichiarazione è fuori dalle righe e non trova nessuna giustificazione dal punto di vista del diritto internazionale.



Il ministro nordcoreano ha anche detto che l’esercitazione militare americana è una dichiarazione di guerra.

Anche questa è una interpretazione senza il minimo senso.

In un clima così acceso, forse gli americani potevano però evitare di sfiorare lo spazio aereo nordcoreano, no?

Non è così che si deve guardare quanto successo. Se vediamo quello che è accaduto in tempi recenti nel Mar Nero e nel Baltico ci sono stati numerosi episodi di incontri ravvicinati fra jet russi e della Nato sfiorando gli spazi aerei. Davanti a questi episodi ci sono state alcune cortesi lamentele dal punto di vista diplomatico ma nessuno si è mai azzardato a dire che fossero dichiarazioni di guerra. La dichiarazione del ministro nordcoreano è fuori di qualsiasi logica secondo i criteri diplomatici. Inoltre le dimostrazioni di forza americane sono un contraltare a quelle nordcoreane.



Che scenario si può prevedere a questo punto? Continuerà la guerra verbale a base di minacce reciproche?

Questo ce lo auguriamo tutti ma ricordiamoci che nei confronti della Corea del Sud ci sono state in passato operazioni di tipo militare. I nordcoreani affondarono un cacciatorpediniere in acque internazionali. Contare sulla prudenza nordcoreana non è così scontato.

Mosca e Pechino cosa faranno?

E’ tutto da verificare. Quello che è importante notare è che finalmente la Cina si è decisa a fare un gesto concreto contro la Nord Corea come la sospensione delle importazioni, cosa che fino ad oggi non aveva fatto. Pechino è molto preoccupata, non vuole che crolli il regime di Pyongyang perché non accetterebbe mai che la Corea del Sud arrivi fino ai confini cinesi, teme un flusso di profughi in caso di guerra, non ha nessun interesse a un crollo del regime ma ha fatto finalmente qualcosa per dire a Kim Jong-un che non trova appoggio a Pechino.

E Mosca? Ieri Choe Son-hu, una dirigente del ministero degli Esteri della Nord Corea, si è recata nella capitale russa.

Putin fa un gioco molto chiaro, sta dimostrando che la Russia è una potenza globale che ha interessi dappertutto e ha da dire su qualsiasi situazione mondiale. L’attività di Mosca ha trovato nuovo spazio dopo la fine della guerra fredda e si sta imponendo a livello globale.