Dal 1 settembre 2017 l’Ucraina ha cominciato ufficialmente la migrazione e il transito verso l’annessione all’Unione Europea: come ha spiegato bene Sputink News in questi giorni, con tale accordo di associazione «inizia l’attuazione delle disposizioni per la cooperazione nei settori della difesa, della prevenzione dei conflitti, della tassazione e finanziamento statale, della lotta al terrorismo, immigrazione e controllo delle frontiere». Ecco, il tutto però con un piccolo distinguo da fare che nessuno (o quasi) ha evidenziato in questi giorni: l’Olanda, la discussa e complicata politicamente Olanda, nell’aprile 2016 aveva condotto un Referendum Nazionale proprio sull’annessione o meno dell’Ucraina nell’Unione Europea. L’esito era stato di parere negativo, ma pare che il Parlamento Ue non abbia per nulla tenuto conto di quel voto, tanto che il processo di associazione con Kiev un anno dopo è cominciato senza problemi. Come ha scritto il magazine francese “Boulevard Voltaire”, nonostante il netto rifiuto del popolo olandese con quel voto, l’Europa è andata contro i suoi stessi cittadini, confermando tutte quelle perplessità che purtroppo ogni giorni troviamo nelle cronache politiche dei vari populisti Anti-Ue.
L’INGANNO AGLI OLANDESI
Ecco, questa volta però né Salvini né la Le Pen hanno sottolineato l’evento: i Paesi Bassi sono stati l’ultimo paese dell’Unione europea a ratificare questo trattato, poco dopo che i capi di governo degli Stati membri hanno emanato una clausola supplementare giuridicamente vincolante nel dicembre 2016, in seguito all’ insistenza del primo ministro di destra liberale olandese Mark Rutte (VVD). Si diceva in quella clausola che l’Ucraina e il suo trattato non dà diritto al Paese per un futuro ingresso in Ue e che gli Stati Membri non sono costretti a fornire ulteriori garanzie di sicurezza o contributi finanziari. Come riporta lo stesso magazine anti-Bruxelles, «Il Parlamento europeo, il Parlamento ucraino e le legislature dei vari Stati membri dell’Unione europea hanno ratificato il trattato senza consultare direttamente le persone». Questo il punto cardine che pone per l’ennesima volta all’attenzione la complessa e purtroppo latente mancanza di politica unitaria, con regole chiare e democratiche per tutti. In particolare, la mossa del premier Rutte è andata incontro alle esigenze europee andando però contro il voto dei suoi stessi connazionali: a dicembre scorso il premier olandese, insieme agli altri leader dell’Ue, è riuscito a trovare una soluzione in punta di diritto che consente di chiarire giuridicamente cosa significa l’accordo di associazione Ue-Ucraina. Il testo precisa che non c’è alcuna garanzia di adesione all’Ue per Kiev e che non vi è per i Paesi Bassi alcun obbligo di assistenza militare all’Ucraina». “Fatta la legge, trovato l’inganno”, si direbbe se fossimo in Italia: ma siamo in Olanda e in Europa e allora nessuno (o quasi) lo fa notare.