Secondo un articolo pubblicato dall’inglese Guardian, il Governo britannico avrebbe pronto un piano d’emergenza per fronteggiare il dopo Brexit. Una decisione presa dopo un tiratissimo referendum ma riguardo la quale i passi indietro britannici non sono mancati, anche se l’Unione Europea, una volta presa la decisione, è stata inflessibile riguardo la sua messa in pratica da parte di Londra. Che si trova però a fronteggiare ora la grande necessità di risorse e lavoratori stranieri, in un momento storico in cui non è stato valutato l’impatto di una chiusura delle frontiere. La libera circolazione dei lavoratori in Gran Bretagna sarà solo un ricordo una volta sancita l’uscita dall’Unione Europea, ma si sta cercando di trovare un compromesso per una soluzione “morbida”, che possa portare all’ingresso in Gran Bretagna solamente di immigrati qualificati, giunti in Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord e Scozia con precise qualifiche professionali.
LA PRUDENZA DEL MINISTRO DELLA DIFESA, FALLON
Si tratta al momento solo di una proposta al vaglio dell’Unione Europea, ma la situazione potrebbe presto evolversi anche perché il Ministro della Difesa britannico, Michael Fallon, è stato perentorio riguardo al fatto che una decisione drastica non possa essere presa per il bene di tutta la comunità. Ha spiegato Fallon: “Noi vogliamo attirare persone, non chiudere porte in faccia, sull’immigrazione bisogna trovare un punto di equilibrio.” Una richiesta di mediazione di cui il documento, preparato nello scorso mese di agosto e pronto per essere consegnato all’Unione Europea, tiene conto proponendo permessi di residenza più lunghi per gli extracomunitari dopo la Brexit, estendendoli da 3 a 5 anni. Inoltre, andranno valutati con la massima attenzione i ricongiungimenti familiari, per non rischiare di dare adito a situazioni drammatiche con nuclei familiari costretti a dividersi. Le proposte saranno ora passate al vaglio dei ministri.