Gioca a braccio di ferro Donald Trump quando si tratta di politica estera, ma per una volta recede dal proposito di voler mostrare i muscoli e dà ascolto ai suoi consiglieri (Tillerson e Mattis su tutti) sull’accordo nucleare con l’Iran. La decisione del presidente Usa, dunque, è quella di congelare almeno fino a maggio – prossima scadenza – le sanzioni nei confronti del Paese persiano ma l’ultimatum dato dall’inquilino della Casa Bianca lascia poco spazio alle interpretazioni:”Questa è l’ultima chance per migliorare l’accordo con l’Iran. Se questo non accadrà gli Stati Uniti si ritireranno immediatamente. Nessuno dubiti della mia parola, lo farò“. Del resto il clima diversamente può essere più costruttivo se è vero che Trump considera “il regime iraniano principale sponsor del terrorismo mondiale“. Regime che di fatto è stato colpito da The Donald attraverso interventi mirati. Come quelli ai danni di 14 fra singoli individui ed entità, fra cui compare anche l’ayatollah Sadeq Amoli Larijani, capo della magistratura dell’Iran e vicinissimo alla Guida Suprema Ali Khamenei. Ma come si migliora l’accordo stipulato da Iran, Usa e UE? Secondo un funzionario del Congresso americano, come riportato da Repubblica, Trump vuole che l’Iran consenta “ispezioni veloci, sufficienti e immediate in tutti i siti agli ispettori internazionali” e che non arrivi “al punto da essere vicino ad ottenere armi nucleari”. Il tutto con la possibilità sempre aperta in favore degli Usa di “reintrodurre le sanzioni nucleari senza scadenza se Teheran non rispetta nuovi criteri”. Non sorprende che da Teheran rispondano picche.



LA REPLICA DI TEHERAN

Forte dell’accordo stipulato con l’allora presidente Obama e l’Unione Europea, l’Iran non ha intenzione di firmare alcun patto supplementare, come invece vorrebbe Trump. La posizione ufficiale di Teheran è stata affidata ad un comunicato citato dall’agenzia Irna, in cui il ministero degli Esteri iraniano precisa che “l’accordo non è negoziabile”. Nella nota si tiene a ricordare che “il governo degli Stati Uniti, come gli altri firmatari dell’accordo, dovrebbe adempiere ai propri impegni, altrimenti sarà responsabile di qualsiasi conseguenza“. Il terzo convitato, l’UE, dal canto suo fa sapere la propria posizione attraverso il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna che, come riporta l’Ansa, ha dichiarato:”Restiamo impegnati per un’attuazione piena e continuativa dell’accordo. L’Ue prende nota della dichiarazione del presidente degli Usa Donald Trump. Come primo passo, ci coordineremo con i tre Paesi negoziatori e gli altri Stati membri per valutare assieme la dichiarazione e le sue implicazioni“.

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