Paradossalmente, il panico scatenatosi alle Hawaii per il falso allarme, tramite sms, per un missile balistico che stava viaggiando verso le isole, arriva proprio nel momento in cui, dopo mesi di grandi tensioni, i rapporti tra Usa e Corea del Nord si stanno un po’ raffreddando. Logico che coloro che hanno letto del missile in arrivo hanno pensato alla minaccia nordcoreana, ma proprio in queste ore, per la prima volta dopo molto tempo, Donald Trump ha affermato di ritenere di “avere un buon rapporto” con il leader nordcoreano Kim Jong Un. Parole che fanno seguito a quelle del presidente russo Vladimir Putin, che ha definito Kim “un politico maturo”, forse proprio per manifestare la voglia di distensione. Di sicuro il presidente Usa non si era mai rivolto in maniera così accondiscendente verso il collega/rivale: proprio in un momento così, però, la psicosi del missile ha colpito. (agg. di Fabio Belli)
UN SMS PER ERRORE
Chi si è trovato alle Hawaii intorno alle 8 di questa mattina non deve aver vissuto dei momenti piacevolissimi, per usare un eufemismo. Perché non capita spesso, da quelle parti, di trovarsi a fare i conti con un allarme missilistico in piena regola. A diffondere l’allerta è stato un messaggio, ricevuto su tutti gli smartphone e trasmesso in televisione, che recitava così:”È imminente l’arrivo di un missile balistico alle Hawaii. Trovate immediatamente un rifugio. Questa non è un’esercitazione“. Ed è stata proprio quest’ultima parte, in inglese “This is not a drill”, a far piombare nel panico milioni di persone che improvvisamente non sapevano letteralmente come mettersi al riparo dalla minaccia proveniente dal cielo. Fortuna ha voluto che le autorità, a pochi minuti dal lancio dell’allerta, abbiano subito chiarito che in realtà non c’era nulla di che preoccuparsi. Proprio l’agenzia locale per le emergenze, la Hawaii’s Emergency Management Agency, ha infatti ammesso che si è trattato di un errore. Il missile, insomma, non c’era. Ma com’è potuto accadere?
IL PRECEDENTE DI HOKKAIDO
A far sì che il panico si sia diffuso in maniera repentina alle Hawaii è senza dubbio la presenza da quelle parti di un tale che di nome fa Kim Jong-un. Qualcuno, in quei minuti di folle attesa prima della smentita ufficiale, difficilmente avrà ragionato lucidamente sul fatto che proprio in questi giorni i toni della Corea del Nord verso il resto del mondo si sono fatti più concilianti. Del resto sempre nel Pacifico ci troviamo e le Hawaii restano lo Stato in cui hanno sede le principali basi militari americane dell’Oceano. A sostegno dei più allarmisti, di quanti cioè hanno pensato ad un attacco imminente dopo l’allarme apparso sugli schermi di smartphone e tv, va poi citato il precedente di Hokkaido. Soltanto l’estate scorsa milioni di giapponesi a letto erano stati svegliati da un messaggio di tenore simile, che li invitava a mettersi al riparo visto che un missile stava sorvolando le loro teste. Si trattava di uno dei test condotti da Kim. Il vettore in quel caso finì il suo viaggio nelle acque del Pacifico. Certo per uno stato come le Hawaii, che proprio a causa del pericolo nordcoreano nelle ultime settimane ha ripristinato l’uso delle sirene e ha effettuato anche delle esercitazioni, che l’allarme sia scattato per un errore – le cui responsabilità sono ancora da chiarire – ha il sapore della beffa. Ma meglio la beffa che un vero missile.
HAWAII – THIS IS A FALSE ALARM. THERE IS NO INCOMING MISSILE TO HAWAII. I HAVE CONFIRMED WITH OFFICIALS THERE IS NO INCOMING MISSILE. pic.twitter.com/DxfTXIDOQs
— Tulsi Gabbard (@TulsiGabbard) 13 gennaio 2018