Nella prima uscita pubblica del 2018 Kim Jong-un ha elogiato i progressi della Corea del Nord nel settore scientifico, nonostante le sanzioni. «Anche se sono duramente sotto pressione per le difficili condizioni, i nostri scienziati fanno un grande lavoro nella lotta per lo sviluppo dell’economia nazionale e il miglioramento del tenore di vita della gente», ha dichiarato il leader del regime durante la visita dell’Accademia delle scienze, stando a quanto riportato il Rodong Sinmun. Le difficoltà non sono dunque insormontabili per la Corea del Nord, stando alle dichiarazioni di Kim Jong-un. Le sanzioni, dunque, non rappresentano un ostacolo alla crescita del Paese. «Grazie alla creazione di un’economia nazionale indipendente, al personale scientifico e tecnico e alle loro menti brillanti, non avremo alcuna difficoltà, anche se i nemici ci imporranno contro sanzioni per 10 o 100 anni», ha dichiarato Kim Jong-un, invitando a incanalare grandi sforzi nel lavoro. (agg. di Silvana Palazzo)
IRAN, TRUMP CONGELA LE SANZIONI: “MA È L’ULTIMA VOLTA”
«Questa sarà l’ultima volta che le sanzioni contro l’Iran saranno congelate, a meno che l’accordo sul nucleare di Teheran non venga migliorato»: con queste parole di Trump sul fronte Iran si cerca così di limitare eventuali scontri gravi che avrebbero alimentato ancora più tensioni in una scacchiera geopolitica che deve affrontare ogni giorno il rischio di una terza guerra mondiale tra Corea del Nord, Medio Oriente e per l’appunto la “polveriera” Iran vs Usa. «Questa è l’ultima volta per poter migliorare davvero l’accordo, altrimenti usciremo per davvero», risuonano le parole dalla Casa Bianca di Donald Trump: insomma un “attendismo” insolito per ora nel presidente Usa che preferisce rimandare decisioni e polemiche onde evitare l’appesantirsi della già complicata situazione mondiale. Va detto che, allo stesso tempo, sono state varate misure mirate contro 14 tra individui e aziende e le sanzioni sono state congelate per soli 120 giorni.
Lo ha riferito un esponente dell’amministrazione Usa: ma la centralità della notizia è che l’accordo siglato nel 2015 tra Obama, Ue e Teheran rimane ancora attivo e come ha spiegato il New York Times «il presidente americano Donald Trump prorogherà il congelamento delle sanzioni verso l’Iran previsto nell’accordo sul programma nucleare di Teheran. Trump dovrebbe però imporre una scadenza al Congresso e agli alleati europei per migliorare l’accordo altrimenti gli Stati Uniti ne usciranno».
COSA PREVEDE L’ACCORDO SIGLATO DA OBAMA E UE
Il presidente Trump desidera sostanzialmente che i paletti nell’accordo con l’Iran siano resi del tutto permanenti e ampliati fino ad includere anche la tecnologia per armare missili nuclearI: il 24 luglio 2015 infatti a Vienna venne siglato l’accordo storico, ultimo atto estero per il doppio mandato di Barack Obama, tra l’Unione Europea, gli Stati Uniti e appunto l’Iran per limitare l’utilizzo del nucleare della repubblica islamica, da molti visto anche come un deciso riavvicinamento tra le due amministrazioni storicamente lontane anni luce.
Il punto principale dell’intesa era la rimozione delle sanzioni internazionali imposte all’Iran: vennero eliminate, non solo sospese. In cambio l’Iran accettava una serie di restrizioni al programma nucleare; Trump però ha voluto riaprire quelle sanzioni considerando l’Iran uno dei Paesi più pericolosi al mondo, fomentatore di terrorismo e quant’altro. I punti cardini di quell’accordo però andavano ben oltre questi “semplici” punti: si parlava di taglio delle scorte dell’uranio arricchito del 98%, la riconversione quasi totale delle centrifughe da 19mila fino a “sole” 5mila e poi anche l’invio di ispettori dell’Aiea per controllare che Teheran segua fedelmente gli accordi presi.
Le sanzioni invece, che Trump ha appena “ricongelato” in attesa di un miglioramento dell’accordo nei prossimi mesi, prevedevano di colpire «energia, commercio, trasporti e finanza. Saranno rimosse, si prevede a partire dal 2016. L’effetto più immediato sarà la possibilità per l’Iran di tornare a vendere petrolio sui mercati internazionali. Entro luglio ci sarà una risoluzione Onu, cui seguiranno 90 giorni in cui l’Iran, in seguito alle ispezioni, dovrà dimostrare di rispettare gli impegni presi. Se gli accordi saranno violati una commissione costituita dagli Stati dell’accordo potrà decidere a maggioranza il ripristino immediato delle misure restrittive», scriveva Repubblica l’indomani dell’accordo del 2015.
La situazione oggi è ancora di assoluta instabilità e il mondo guarda anche a Teheran – di recente passata da una violentissima crisi sociale interna – per capire se temere non solo da Pyongyang ma anche da qui una possibile miccia esplosiva-mondiale…