Il primo anno di Donald Trump alla Casa Bianca va in archivio con lo “shutdown”, il blocco dell’attività amministrativa federale, a partire dai servizi meno essenziali. La legge di rifinanziamento che era stata licenziata dalla Camera non è stata approvata in Senato. I democratici avevano chiesto la conferma delle tutele per i “dreamers”. Dura la reazione del presidente Usa, che si è scagliato contro i democratici. «Sono più preoccupati degli immigrati illegali piuttosto che delle nostre valorose forze armate e della sicurezza ai nostri confini meridionali. Avrebbero potuto trovare facilmente un accordo ma hanno preferito la politica dello shutdown», ha scritto su Twitter il tycoon. Non è stato l’unico cinguettio velenoso di Trump: «Non si mette bene per le nostre forze armate e la sicurezza al nostro molto pericoloso confine meridionale».Cosa continuerebbe a funzionare ora negli Stati Uniti? Il direttore dell’Ufficio per la gestione e il bilancio ha spiegato che i parchi nazionali resteranno aperti, ma la spazzatura non verrà raccolta. Inoltre, la protezione dei confini verrà garantita, ma gli agenti non verranno pagati, così come soldati e vigili del fuoco. In realtà per le forze dell’ordine potrebbero poi scattare compensi retroattivi. (agg. di Silvana Palazzo)



SENATO, VIA ALLA TRATTATIVA CON I DEMOCRATICI

Per il primo anno di presidenza Donald Trump riceve in “regalo” dai democratici lo “shutdown” del governo. Le attività non essenziali dell’amministrazione sono bloccate, perché non è stato raggiunto un accordo in Senato sui termini della legge di bilancio. La Casa Bianca e i repubblicani hanno scaricato la colpa ai democratici per aver votato contro a causa della mancata misura che avrebbe scongiurato la deportazione di 800mila immigrati illegali portati negli Stati Uniti dai genitori quando erano bambini. L’opposizione dal canto suo ha fatto sapere che la responsabilità ricade su Trump, perché ha rinnegato un accordo bipartisan che era stato già raggiunto per evitare la crisi. La legge di bilancio era stata approvata nei giorni scorsi dalla Camera, ma in Senato servivano 60 voti favorevoli per farla passare. I repubblicani però hanno una maggioranza ridottissima, di un solo voto, quindi servivano almeno nove democratici per ottenere il via libera, ma solo 50 senatori si sono espressi a favore, con cinque repubblicani e altrettanti democratici che hanno votato contro.



L’impatto sui servizi rischia di essere serio, e così sull’economia. Intanto – come riportato da La Stampa – è cominciata una trattativa per raggiungere un compromesso: si sta provando ad arrivare al voto di una misura temporanea per il prolungamento dei finanziamenti fino all’8 febbraio per negoziare nel frattempo una soluzione di lungo termine. Nessuno però sa quanto durerà il confronto. (agg. di Silvana Palazzo)

USA, SHUTDOWN CONTRO TRUMP: GOVERNO “CHIUDE”

Donald Trump, nel giorno in cui celebra il suo primo anno alla Casa Bianca, si ritrova a dover gestire la grana “shutdown”. Così viene chiamata negli Stati Uniti la chiusura di tutte le attività non essenziali dell’amministrazione per la mancanza di fondi. Si tratta del primo shutdown dell’amministrazione Usa dal 2013, quando durò 16 giorni e 850mila dipendenti pubblici rimasero temporaneamente senza stipendio. Il Senato avrebbe dovuto ratificare la legge di bilancio licenziata dalla Camera che avrebbe garantito per il prossimo mese le risorse necessarie al funzionamento del governo. Trump ha provato a mediare con i democratici convocando Chuck Schumer, il leader di minoranza al Senato, e poi ha annunciato «importanti progressi» al termine dell’incontro alla Casa Bianca, ma in serata ha ratificato su Twitter, quando si è reso conto che non sarebbe arrivato ad un accordo prima del voto. «Non si mette bene», ha scritto il presidente americano. Il miliardario è poi andato all’attacco dei democratici: «Vogliono lo shutdown per svilire il grande successo dei tagli alle tasse e ciò che stanno comportando per la nostra economia in forte espansione».



La prima reazione allo shutdown è stata particolarmente dura: la Casa Bianca ha subito puntato il dito contro i democratici. «Non negozieremo lo status di cittadini illegali mentre (i democratici) tengono i nostri cittadini ostaggio di richieste incoscienti», ha tuonato la portavoce Sarah Sanders in un comunicato. «Questo è comportamento da ostruzionisti, non da legislatori», ha aggiunto. Si chiude così il primo anno di presidenza di Donald Trump, che non è riuscito a trovare l’accordo con i democratici, i quali avevano chiesto la conferma delle tutele per i “dreamers”, i giovani immigrati portati negli Usa da piccoli da genitori clandestini che l’amministrazione di Barack Obama aveva messo al riparo dalle deportazioni. 

SHUTDOWN, COS’È E COSA ACCADE ORA

Cos’è lo “shutdown”? È una mossa con la quale i dipendenti pubblici, a partire da quelli meno essenziali, vengono messi in congedo forzato. Sono coinvolti ad esempio coloro che lavorano negli uffici per il rilascio dei passaporti. Non ricevono lo stipendio, ma in passato sono riusciti a recuperarlo, in maniera retroattiva, dopo un accordo sul bilancio. I militari invece sono considerati essenziali, quindi restano in servizio ma non vengono pagati, anche se sono impegnati in operazioni di guerra. Funzionano regolarmente i servizi per il controllo del traffico aereo e le Poste. I parchi nazionali restano aperti, ma la spazzatura non sarà raccolta, come fa sapere l’Ufficio per la gestione e il bilancio della Casa Bianca. La protezione dei confini sarà garantita, ma gli agenti non verranno pagati, così come i Vigili del fuoco. Fermato il monitoraggio dell’aria e dell’acqua. I parlamentari continuano a ricevere lo stipendio perché è previsto dalla legge.