Dopo la conferma della morte di tre membri dello staff di Save the Children, in seguito allo sciagurato attacco Isis alla sede a Jalalabad, nel comunicato ufficiale l’Organizzazione ha voluto ribadire la profonda tristezza che oggi pervade il resto dello staff raggiunto dalla drammatica notizia ed ha annunciato come in segno di cordoglio per le vittime, attualmente salite in tutto a nove, abbia deciso di tingere di nero non solo il sito web ma anche gli account social. Cliccando infatti nella home del sito è possibile vedere una schermata interamente nera e dello stesso colore si tinge per oggi anche il tradizionale logo rosso che rappresenta l’organizzazione impegnata a proteggere i bambini e le loro famiglie in tutto il mondo. Save the Children ha poi fatto sapere la sospensione delle sue attività nel Paese. A distanza di sette ore dall’inizio dell’attacco, dal pomeriggio odierno darebbero cessati i colpi di arma da fuoco, anche se il terrore persiste. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
AMNESTY “ORRENDO CRIMINE DI GUERRA”
Con una lunga nota prodotta da Amnesty, parla la Ong vicina a Save The Children su molti luoghi di guerra nel mondo: secondo Biraj Patnaik, direttore per l’Asia sudorientale di Amnesty International, l’attentato subito dai colleghi di Jalalabad è vigliacco, spregevole e altamente criminale. «Bombardare e sparare a persone che lavorano per nessun altro motivo che contribuire a migliorare la vita dei giovani afgani è un atto codardo e spregevole. Colpire deliberatamente dei civili è un crimine di guerra», scrive il direttore in una nota pubblica. Mentre proseguono le indagini in Afghanistan per capire dove sia sorta e come sia giunta fino alla sede Ong la cellula dell’Isis entrata in azione questa mattina, è ancora Amnesty a spezzare una lancia per i suoi colleghi dell’agenzia non governativa, «ha lavorato instancabilmente in Afghanistan per oltre quattro decenni, facendo un lavoro eccezionale durante alcuni dei periodi più turbolenti del Paese».
LE REAZIONI INTERNAZIONALI
Almeno 6 morti e 24 feriti: questo il bilancio delle vittime dell’attacco a Save The Children in Afghanistan. Lo sostiene la tv statale ArianaNews, secondo cui l’assalto da parte di un commando Isis a Jalalabad City è durato oltre dieci ore. Testimoni oculari hanno riferito di scene di panico nella zona e della fuga di alcuni alunni di una scuola privata che si trova vicino alla sede di Save The Children. Dure le reazioni internazionali: Amnesty International parla di un «atto codardo e spregevole», inoltre ricorda che «colpire deliberatamente civili è un crimine di guerra». In Italia è intervenuta anche la presidente della Camera, Laura Boldrini: «L’attacco rappresenta una grave violazione del diritto umanitario internazionale ai danni di una Ong che aiuta in tutto il mondo giovani in difficoltà», ha scritto su Twitter. Anche il presidente del Senato, Piero Grasso, ha espresso solidarietà a Save The Children: «L’attacco a Jalalabad è una terribile notizia che mi lascia sgomento. Massima solidarietà e vicinanza a Save the Children e a tutti coloro che operano per assicurare ai bambini migliori condizioni di vita». (agg. di Silvana Palazzo)
MOGHERINI, “AFFRONTO CONTRO UMANITÀ”
Dopo l’attacco all’Hotel Intercontinental dei giorni scorsi, oggi il terrorismo torna a colpire l’Afghanistan con un attentato ai danni di Save The Children. Un commando di 5 uomini ha attaccato la sede della Ong a Jalalabad City, capoluogo della provincia afghana di Nangarhar. Un kamikaze si è fatto esplodere all’ingresso dell’edificio che ospita l’organizzazione, permettendo ai terroristi di penetrare all’interno. «Ho avvertito un’enorme esplosione, simile a un’autobomba. Noi ci siamo messi al riparo e ho visto un uomo armato di un rpg (lanciarazzi) sparare contro l’ingresso principale per entrare nel compound», ha raccontato un testimone, Mohammad Amin, che è scappato saltando da una finestra e si è ferito ad una gamba. «Un affronto a tutte le organizzazioni umanitarie, all’umanità», il commento di Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. «Salvare vite non dovrebbe costare la perdita della vita. Il terribile attacco di oggi contro l’Organizzazione non governativa (Ong) Save the Children, il cui personale lavora per aiutare i bambini vulnerabili in Afghanistan, è una grave violazione del diritto umanitario internazionale». si legge nella dichiarazione. (agg. di Silvana Palazzo)
SAVE THE CHILDREN, “SOSPESE ATTIVITÀ ONG”
Save The Children è rimasta fortemente scossa dopo l’attentato subito e ha deciso per il momento di sospendere tutte le attività della sua Ong presenti in Afghanistan: la decisione è arrivata dopo la fine dell’attacco subito da un commando di 5 kamikaze terroristi nella propria sede di Jalalabad. Alcune fonti del governo locale assicurano che tutti i terroristi sono stati uccisi durante l’assalto delle forze di sicurezza, ma la notizia è stata prontamente smentita e perciò resta il mistero sui due kamikaze ancora in fuga dopo essere entrati nella sede della Ong mondiale. «Tutti i nostri programmi in Afghanistan sono stati temporaneamente sospesi e i nostri uffici chiusi», conferma invece la portavoce di Save The Children in Afghanistan, cui sono arrivati subito i messaggi di cordoglio da parte dei principali governi mondiali. Angelino Alfano, ministro degli Esteri, ha scritto: «Quello che è successo a Save The Children ci riempie il cuore di tristezza e ci ricorda quanto abbiano bisogno di sicurezza coloro i quali fanno del bene in trincea e non dietro a una scrivania. L’Italia manda un messaggio di affetto, solidarietà e stima a Save The Children».
L’ISIS RIVENDICA
Come paventato all’inizio, ora sembra esserci la conferma: l’Isis ha da poco rivendicato l’attentato alla sede di Save The Children, dopo che invece i Talebani afgani avevano negato qualsiasi tipo di coinvolgimento nell’attacco con kamikaze nel centro di Jalalabad. Sull’agenzia Amaq sono stati riportati i brevi commenti dello Stato Islamico che ha spiegato come l’attacco è stato «compiuto da un nostro attentatore suicida a bordo di un’autobomba, seguito da tre guerriglieri che hanno fatto irruzione dopo lo scoppio e hanno preso di mira Save The Children». Come ha spiegato bene al settimanale Vita il professore docente di Relazioni Internazionali alla Cattolica di Milano, Vittorio Parsi, «le Ong saranno sempre nel mirino dei terroristi, è inevitabile». Secondo l’esperto di politica internazionale, le varie associazioni umanitarie si candidato a migliorare una situazione tremenda, ma «i ribelli invece vogliono lo status quo. Ecco perché i cooperanti saranno sempre bersagli». Sempre Parsi prova a spiegare così il motivo di un Afghanistan sempre più bersaglio di terrorismo del tutto incontrollato: «Non c’è più un presidio militare internazionale. Quando Obama decise di ritirare le truppe questo era esattamente quello che si temeva: che gli afghani non fossero in grado di tenere sotto controllo la situazione».
ATTACCATA LA SEDE DI SAVE THE CHILDREN
È concluso l’attacco alla sede di Save The Children in pieno centro di Jalalabad, Afghanistan: questa mattina un commando (ancora sconosciuto come origine) di 5 uomini ha attaccato l’edificio dove è ospitata l’Ong mondiale. Si sono fatti strada con un kamikaze che si fatto esplodere davanti all’ingresso permettendo così al commando di entrare e iniziare a sparare all’impazzata. Secondo le primissime parole riferite dal portavoce del Governo provinciale Attaullah Khoghyani, l’attentato compiuto è terminato dopo oltre 4 ore di scontri con le forze dell’ordine che hanno asserragliato la sede di Save The Children: 2 morti, 15 feriti e scene di panico all’interno e all’esterno della Ong che a quell’ora (circa le 9 del mattino) andava riempiendosi. I terroristi, al momento, non si riesce ancora a comprendere quale reale obiettivo avessero visto che dopo l’ingresso nell’edificio si sono subito “fermati” permettendo in poco tempo di essere raggiunti dalle forze di sicurezza con le quali hanno combattuto per ore prima di essere bloccati.
MORTI TRE TERRORISTI
Tre dei cinque membri del commando in azione sono stati uccisi, due invece si sono rinchiusi al terzo piano con numerosi ostaggi: le trattative sono ancora in corso e non è escluso che altre novità drammatiche possano arrivare nelle prossime ore. Quello che è certo finora, riportano le agenzie locali, è che i Talebani hanno escluso il loro coinvolgimento: «Attacco odierno nella città di Jalalabad: nulla a che vedere con i mujaheddin dell’Emirato islamico», ha spiegato su Twitter il portavoce Zabihullah Mujahid. Se effettivamente avessero ragione loro – di recente un altro attentato devastante a Kabul è stato subito rivendicato dai talebani – si potrebbe già pensare all’opera dell’Isis. Nell’attesa che le indagini portino i propri frutti, il panico e il terrore sono tornati a devastare la città di Jalalabad in un luogo teoricamente “di pace” come la Ong internazionale. «Devastati dalla notizia dell’attacco del nostro ufficio di Jalalabad in Afghanistan», hanno fatto sapere gli operatori di Save The Children, aggiungendo poi «la nostra principale preoccupazione riguarda l’incolumità e la sicurezza del nostro staff». Alcuni testimoni hanno poi riferito all’Abc di avere visto in fuga numerosi alunni della scuola privata appena acanto alla sede della Ong, ma non ci sarebbero vittime tra di loro.
DEVELOPING: Afghan officials say gunmen have attacked a provincial office of the international aid group Save the Children in Jalalabad. https://t.co/lfTQ0NKgHK pic.twitter.com/FDujlzw84C
— ABC News (@ABC) 24 gennaio 2018